“In segno di riconoscenza e gratitudine per l’insegnamento e l’opera svolta per la comunità buschese attraverso i secoli fino ai giorni nostri”: ecco la motivazione in sintesi della decisione di conferire la cittadinanza onoraria all’ordine dei frati minori Cappuccini, decisione approvata all’unanimità ieri sera dal Consiglio comunale. La pratica è seguita per il gruppo di maggioranza dall'asessore Ezio Donadio.
Di seguito un estratto dalle premesse alla delibera proposta dal gruppo di maggioranza.
La presenza dei frati Francescani è certificata dal 1490, richiesti con insistenza dalla Confraternita dell’Annunziata e accolti dalla popolazione e dal Comune, che mise loro a disposizione l’area dove attualmente sorge villa Bafile devolvendo fondi pubblici, mentre la popolazione buschese provvide alla manodopera. I frati si distinsero nei secoli per la loro opera di assistenza ai più poveri e in particolare durante la peste del 1630, quando alcuni di loro morirono a causa del contagio dopo aver assistito i malati. Nella seconda metà del Settecento nel vecchio convento visse il venerabile Ugolino Oliveri nato a Sommariva del Bosco nel 1725 e morto nel 1772 a Busca. Fu un personaggio straordinario, frate minore osservante, taumaturgo conosciuto per le sue estasi ed elevazioni, appellato dai buschesi come "il frate che vola". Con l’arrivo di Napoleone, i frati furono cacciati e il convento fu venduto. Nel 1829, in seguito a una importante eredità e sempre con l’aiuto della popolazione buschese, iniziò la costruzione del nuovo convento in via Dronero, quello attuale, che fu inaugurato il 19 giugno 1833, mentre la chiesa fu eretta nel 1847 e dedicata al Sacro Cuore di Gesù. La comunità religiosa subì ancora un’interruzione dal 1866 al 1891 a causa della legge Rattazzi che negava il riconoscimento agli ordini ed alle congregazioni ad eccezione delle parrocchie. Il 9 giugno 1883 i frati Cappuccini ritornano a Busca come sede dello studio teologico, che proseguì fino al 1962. Durante il periodo dello studentato prestarono la loro opera monsignor Ossola, poi vescovo di Novara, padre Angelico da None, padre Giuseppe Maria Borgia, fondatore dell'istituto femminile secolare delle "Sorelle", religiose molto diffuse in Busca. La presenza e l’opera dei Frati Cappuccini durante tutto il Novecento e sino ai giorni nostri è stata fortemente apprezzata dalla popolazione locale per la caratteristica della loro vicinanza agli ultimi delle città e delle campagne, lo stile di vita semplice e impregnato di quotidianità. Numerose sono le testimonianze di cittadini che hanno fruito dell’aiuto morale e materiale dei frati e in molti hanno apprezzato e fatto tesoro degli insegnamenti delle miti figure dei frati Cappuccini che hanno vissuto a Busca. Padre Pier Giuliano, padre Felice, fra’ Davide, padre Giuseppe Maria Borgia, il frate poeta Silverio Cismondi, padre Maurilio e decine di altri frati fino ai giorni nostri con padre Ermanno e padre Francesco hanno lasciato ricordi indelebili nella vita dei buschesi. Per questo la città di Busca, attraverso la consegna della cittadinanza onoraria all’ordine dei frati Cappuccini, intende sottolineare eterna riconoscenza. A padre Francesco e a padre Ermanno , in particolare, la Città intende consegnare una targa ricordo in segno di gratitudine e amicizia.