MONTEROSSO GRANA - Castagna: una stagione difficile

Clima e crisi economica alla base di un’annata deludente. Molti castanicoltori interrompono la raccolta: un paradosso, perché a Torino si vende fino a 8 euro al chilo

Roberto Ribero 06/11/2022 09:33

Quando si parla di autunno è impossibile non parlare di castagna, prodotto principe della media montagna cuneese e piemontese. Negli ultimi decenni questo frutto ha attraversato parecchie problematiche, soprattutto di carattere sanitario, con cinipide e altre malattie a minarne la redditività. Negli ultimi anni la situazione sembra migliorata, ma la stagione in corso ha fatto nuovamente registrare picchi di negatività che minano la stabilità delle aziende e la loro propensione alla coltivazione di questo frutto.
 
I valori di mercato nella zona della valle Grana, già bassi ad inizio stagione, con prezzi medi che oscillavano tra 1,20 e 1,30 euro al kg, si sono ulteriormente abbassati per arrivare nelle ultime due settimane anche a 0,50 euro al kg, con una media di circa 0,80 euro. Molti castanicoltori hanno interrotto la raccolta, in quanto non solo non redditizia, ma addirittura dannosa per la sostenibilità economica dell’azienda agricola. Un paradosso se si pensa che a Torino nei giorni scorsi la stessa castagna era venduta fino a 8 euro al kg. In questa situazione alla produzione viene riconosciuto circa il 10% del prezzo finale al produttore.
 
“La situazione è complicata - spiega Emanuele Ponzo dell’azienda agricola Alìe, con sede a La Ruà, nel comune di Monterosso Grana, dedita in buona parte alla castanicoltura - perché incidono diversi fattori, di natura economica e di natura climatica. A livello di produzione la qualità non è omogenea ovunque, con la siccità che ha fatto sentire i propri effetti a livello di peso specifico del frutto e di pezzatura. Nei nostri boschi tuttavia il problema è più limitato che altrove e la differenza rispetto alla scorsa annata è limitata”.
 
La pezzatura ridotta e la leggerezza del frutto sono effettivamente una caratteristica riscontrata un po’ ovunque, ma meno marcata laddove le situazioni di esposizione solare ed umidità relativa del terreno hanno reso la siccità meno grave. A colpire tutti è invece la situazione economica: “Secondo me qui si intersecano diversi elementi, che contribuiscono a creare la stortura economica all’origine del prezzo basso - continua Ponzo -. Un aspetto è sicuramente dettato dalla percezione della castagna come prodotto agricolo pleonastico e non essenziale: nel momento in cui incertezza per il futuro o difficoltà economica obbligano il consumatore a scegliere vengono privilegiati i prodotti fondamentali per l’alimentazione. La castagna non sembra essere uno di questi: oltre al prezzo basso sul mercato rispetto agli anni scorsi, anche la richiesta da parte dei privati si è notevolmente abbassata. Un secondo fattore importante è dettato dagli extra-costi del sistema di distribuzione e commercializzazione del frutto: dai carburanti per il trasporto al packaging, dall’energia delle celle frigorifere a quella utilizzata per la sterilizzazione o la produzione di lavorati a base di castagna, si è assistito ad un aumento delle spese per tutti gli attori coinvolti. Alla fine la soluzione più facile è scaricare sulla produzione una buona parte di questi costi, per poter arrivare al cliente finale, comunque già meno propenso all’acquisto, con condizioni economiche accettabili”. La castanicoltura nelle valli cuneesi è un fattore quasi antropologico: “Si tratta di un valore culturale, che trascende il fattore economico, per cui il territorio deve imporsi alcune riflessioni sul futuro di questo importante frutto: la protezione del suolo da eventi idrogeologici violenti, ad esempio, passa anche dalla cura dei boschi e dei castagneti - prosegue Ponzo -, per questo il problema non è solo del produttore, ma di tutta la comunità”.
 
L’azienda Alìe è attiva, insieme alla cooperativa di lavoro EmotionAlp, nel provare a portare fuori dai confini della valle l’aspetto culturale della castanicoltura: “All’interno della rete in Grana, contratto di rete tra aziende di valle, ci sono anche operatori turistici e guide: EmotionAlp si propone di sviluppare attività turistica. Ci siamo seduti al tavolo e abbiamo elaborato un’attività didattica, venduta poi dal tour operator V.I.C. di Alba, specializzato nel mondo della didattica. L’attività deve produrre un ritorno economico attraverso la vendita delle singole giornate, ma il suo obiettivo più importante per noi è quello di trasmettere a ragazzini distanti dal contesto della montagna il valore della cura del territorio ed il patrimonio culturale che la castanicoltura contiene”.
 
 
Pubblicato in origine sul numero del 27 ottobre del settimanale Cuneodice - ogni giovedì in edicola

Notizie interessanti:

Vedi altro