La sera del 21 marzo 1979 il giornale radio Rai annuncia la morte dell’imprenditore cuneese Attilio Dutto, vittima di un attentato dinamitardo in viale Angeli. Quella mattina la sua Bmw è stata fatta saltare poco dopo che vi era salito il finanziere, da qualche tempo diventato presidente della Paramatti Vernici, una società posseduta, in precedenza, dal “banchiere della mafia” Michele Sindona.
Il Tgr Rai ritorna questa sera, sabato 6 luglio, a parlare del più eclatante attentato mai avvenuto nella Granda: un caso su cui resta il mistero, dopo quarantacinque anni. Dalle questioni sentimentali, alle possibili relazioni pericolose con il mondo della criminalità organizzata sono state tante le piste battute dagli inquirenti per cercare di identificare i responsabili, ma senza risultato. La storia di Dutto poi s’intreccia con quella di un altro imprenditore cuneese, tra i più conosciuti in Italia e non solo, Flavio Briatore. Il futuro manager Benetton in quel momento, a meno di trent’anni, era socio di Dutto e amministratore delegato della Paramatti. Nemmeno lui però seppe indirizzare le indagini.
Nel servizio di Jacopo Ricca, in onda nell’edizione serale del Tgr alle 19,30, l’intervista al giornalista Cesare Mandrile che raccontò le indagini dell’epoca. Riparte così la rubrica estiva “Giallo Piemonte”, dedicata ai grandi casi irrisolti della cronaca nera piemontese.