CUNEO - Cia Cuneo: “Bando aperto per aiutare le aziende nella conversione al biologico delle produzioni”

Per l’operazione del Programma di Sviluppo Rurale sono disponibili 2.742.000 euro. Le domande vanno presentate entro il prossimo 16 maggio

Un frutteto coltivato con il metodo biologico in provincia di Cuneo

Redazione 14/04/2022 08:41

 
Cia Cuneo informa che è stato approvato dalla Giunta piemontese del presidente Cirio, su proposta dell’assessore all’Agricoltura e al Cibo, Marco Protopapa, il bando riguardante l’operazione 11.1.1 del Programma di Sviluppo Rurale con cui vengono concessi dei contributi alle aziende agricole e alle associazioni di agricoltori le quali convertono le loro produzioni al biologico. Le risorse disponibili sono 2.742.940 euro, di cui 2.274.885 euro di fondi europei e nazionali e 468.055 euro stanziati attraverso il bilancio regionale. Chi presenta le domande deve impegnarsi per tre anni (2022-2023-2024) a lavorare applicando le tecniche agronomiche previste dal biologico e aver notificato l’ingresso nel sistema di controllo, quindi di inizio attività con il metodo, entro lo scorso 28 febbraio. Infatti, solo dopo i tre anni necessari alla conversione si ottiene la certificazione bio da parte degli organismi autorizzati dal Ministero delle Politiche Agricole ad accertare il rispetto delle regole. La data di scadenza per l’invio telematico delle domande di sostegno del bando è il 16 maggio 2022. Gli aiuti sono distribuiti sui tre anni, vengono calcolati per ettaro di superficie interessata e hanno l’obiettivo  di compensare i maggiori costi e i minori ricavi delle aziende dovuti all’adozione delle pratiche dell’agricoltura biologica. 
 
Cosa si deve fare
Il bando individua gli impegni per ottenere la conversione al biologico. Quelli generali sono tre. 
Il primo: istituire un metodo di gestione sostenibile per l’agricoltura dal punto di vista ambientale che rispetti i sistemi e i cicli della natura e mantenga e migliori la salute dei suoli, delle acque, delle piante e degli animali e l’equilibrio tra di loro; contribuisca alla realizzazione di un alto livello di diversità biologica; assicuri un impiego responsabile dell’energia e delle risorse naturali (acqua, suolo, materia organica, acqua); rispetti gli standard previsti per il benessere degli animali e soddisfi le esigenze comportamentali delle diverse specie. 
Il secondo: realizzare prodotti di elevata qualità.
Il terzo: ottenere un’ampia varietà di alimenti, che non danneggino l’ambiente, la salute dell’uomo, degli animali e della natura e che rispondano alla domanda dei consumatori e in generale della società. 
Nello specifico, tra le operazioni necessarie ci sono: il divieto di uso degli Ogm; l’utilizzo di sementi prodotte biologicamente; la rotazione pluriennale delle colture; il divieto di concimi azotati minerali; la gestione di erbe infestanti e fitopatie con metodi meccanici e attraverso la prevenzione; il sovescio, con l’interramento di colture prevalentemente leguminose; la regolazione volontaria delle macchine irroratrici di prodotti consentiti nei Centri di prova autorizzati; il metodo della confusione sessuale contro gli insetti dannosi da adottare nei frutteti e nei vigneti; l’inerbimento controllato di frutteti e vigneti; la manutenzione di nidi artificiali.
 
“Un aiuto concreto”
Dice Martina Delù, tecnico provinciale e referente del metodo biologico della Cia Cuneo: “Il bando è un aiuto concreto per le aziende che intendono convertire la produzione al biologico. In molti casi è anche stato di stimolo a quanti, pur convinti di passare al bio, non avevano ancora preso la decisione. Stiamo gestendo un buon numero di domande, con una media del 10% di aziende che chiedono la conversione rispetto al totale di quelle in attività”.  
 
I numeri del biologico
I dati forniti dagli studi della Cia nazionale dicono che in Italia la superficie coltivata con il metodo biologico copre 2 milioni di ettari: il 16% dei terreni agricoli totali, contro l’8% della media Ue. L’Unione Europea, però, chiede alle nazioni che ne fanno parte di destinare al bio il 25% del totale dei loro terreni agricoli entro il 2030. Sempre in Italia gli operatori sono 80.000. La spesa bio nel nostro Paese lo scorso anno ha superato i 4,5 miliardi di euro. L’export vale il 6% delle complessive esportazioni agroalimentari: una percentuale che ci pone al secondo posto nel mondo dopo gli Stati Uniti. 
 
Informazioni
Per informazioni sul bando si può contattare Martina Delù del settore tecnico al numero 340 8877625 o alla mail m.delu@cia.it

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