Venerdì 11 novembre, giorno di San Martino, come da tradizione, si chiude l’annata agraria. Abbiamo tracciato un bilancio complessivo della stagione produttiva 2022 con Igor Varrone, direttore provinciale della Cia Cuneo. Dice: “Abbiamo avuto un anno particolare, di quelli che si possono definire spartiacque, condizionato dagli eventi atmosferici anomali, dai rilevanti rincari delle materie prime e dei costi energetici, dall’invasione russa dell’Ucraina e ancora dall’emergenza sanitaria dovuta al Covid. In molti settori agricoli c’è stata una fortissima speculazione sui prezzi. E se le maggiori spese le devono pagare solo chi è all’inizio della catena del valore - l’imprenditore agricolo - e l’anello finale - il consumatore - e non chi sta in mezzo, è una situazione preoccupante. Il guadagno e i costi devono essere ripartiti fra tutti gli attori del percorso produttivo e di vendita. Altrimenti si tratta di un atteggiamento miope e l’economia si ferma. Se per l’agricoltore non è più sostenibile produrre chiude l’azienda e la catena si interrompe subito all’inizio. Il gioco finisce”.
In questa situazione complessa si è salvata qualche azienda? “Dovrebbero poter assorbire il colpo quelle che non sono state troppo colpite dalla siccità e che gestiscono direttamente tutte le fasi lavorative: dalla coltivazione alla trasformazione, alla vendita dei prodotti”.
Invece, le altre? “Chi si è dovuto accollare l’intero costo delle materie prime e non è organizzato per smerciare i prodotti agricoli direttamente al consumatore non ha incassato aumenti proporzionati alle spese. Anzi, in alcuni casi il prezzo di vendita è stato inferiore rispetto agli anni passati. Dopo i tanti problemi di questi due anni e mezzo, soprattutto la pandemia Covid, speriamo che la situazione riparta velocemente. Però nella ripresa serve lo sforzo di tutti, perché mi chiedo come mai, in questi mesi, molti prodotti, quando arrivano al consumatore, sono venduti con degli aumenti altissimi. C’è qualcosa che non funziona nella catena”.
A questo punto, le prospettive dell’agricoltura per il 2023? “Ci sarà ancora un’inflazione molto consistente, quindi con altri rincari dei costi. E avremo ancora la crisi energetica, che non passerà da un giorno all’altro. Ci auguriamo che il nuovo Governo attui dei provvedimenti capaci di andare incontro a tutte le aziende, non solo le agricole. E speriamo che finiscano le speculazioni, altrimenti il cammino diventa veramente difficile. Inoltre, pur con i cambiamenti climatici in atto, c’è da augurarsi che le stagioni riprendano, nel modo maggiore possibile, una loro normalità a livello di temperature e di condizioni meteo. Perché una stagione con il clima di quest’anno, esasperato su molti aspetti, non è più sopportabile dal mondo agricolo. Non voglio creare pessimismo, ma in questo momento è anche difficile seminare troppo ottimismo”.