La Cia Agricoltori Italiani di Cuneo ha sempre fornito l’assistenza in campo per la produzione delle diverse colture presenti sul territorio della “Granda”. Ma nel 2020, con l’ingresso nell’organico associativo del tecnico, Maurizio Ribotta, il servizio è stato strutturato per rispondere in modo specialistico alle esigenze del settore. Ribotta, da responsabile della consulenza a livello provinciale, coordina uno staff di tecnici altamente qualificati. Il loro lavoro si rivolge alle aziende di tutta la “Granda”. Si occupano delle coltivazioni di frutta fresca - in particolare mele, pere, pesche, susine, albicocche e kiwi -, poi di frutta secca - nocciole, noci, mandorle - uva, piccoli frutti e castagne. In particolare proprio sulla castanicoltura è stato aperto, a dicembre 2021, uno sportello specifico, con referente il tecnico Moreno Dutto, che ha riscosso subito un notevole interesse sul territorio.
Attraverso la consulenza continua, l’agricoltore viene accompagnato nelle varie fasi dell’attività. A partire dalla progettazione di nuovi impianti con l’analisi del terreno e tutta la pianificazione degli interventi necessari a realizzarli. In seguito, durante il ciclo produttivo la consulenza si indirizza sulle principali pratiche agronomiche come la potatura delle piante, l’irrigazione e la concimazione, fino alla raccolta conclusiva dei frutti. Senza dimenticare la parte fondamentale della difesa delle colture contro le malattie e gli insetti dannosi, al quale i tecnici dedicano molta attenzione e cura perché tante aziende associate Cia sono ormai indirizzate all’uso del metodo biologico o di quello integrato. Inoltre, viene fornita l’assistenza riguardante l’igiene degli alimenti legata al sistema di controllo Haccp e quella relativa alla sicurezza operativa sul lavoro.
L’evoluzione dei problemi da affrontare
I tecnici dell’assistenza in campo si trovano ogni giorno a dover affrontare una continua evoluzione dei problemi, che comporta gestioni sempre più complesse delle colture e il frequente ricorso a progetti di sperimentazione consigliati agli agricoltori. A spiegarne le cause è Ribotta. Dice: “Il fattore chiave è rappresentato dai cambiamenti climatici, la cui conseguenza è quella di portare a insediarsi nei nostri territori specie sempre nuove di parassiti. A favorire la loro presenza contribuiscono soprattutto le temperature più alte e le stagioni con meno piogge. Poi, ci sono le malattie provocate dai funghi: agenti patogeni che, a volte, modificano il loro ciclo vitale. Perciò, in entrambi i casi la conseguenza è di dover cambiare spesso l’approccio e i modi di difesa delle colture”.
Inoltre, i cambiamenti climatici avrebbero la responsabilità di un ulteriore fenomeno in agricoltura dagli effetti imprevedibili? “L’aumento delle temperature potrebbe cambiare gli scenari futuri a livello colturale. Infatti, è possibile che alcune coltivazioni presenti adesso nei nostri territori debbano essere spostate più a Nord. E nei nostri areali diventi opportuno metterne a dimora altre ora prodotte al Sud. Un esempio è il mandorlo, di cui stiamo già effettuando le prove dei primi impianti. Quindi, anche su questo aspetto occorre stare molto attenti per essere pronti a cogliere le evoluzioni”.
In ogni caso si va verso un’agricoltura sempre più sostenibile a livello ambientale? “E’ il nostro obiettivo, tra l’altro indicato dall’Unione Europea attraverso la nuova Politica Agricola Comune e gli indirizzi dell’Agenda 2030. Ogni anno, la Ue riduce i principi attivi chimici utilizzabili e spinge verso la coltivazione biologica. Una politica sulla quale siamo d’accordo. Certamente, però, questa crea delle difficoltà maggiori nella difesa delle colture contro le malattie e gli insetti dannosi che le attaccano. Per cui, dobbiamo impostare nuovi sistemi di coltivazione da un lato più performanti dal punto di vista del reddito dell’agricoltore e sull’altro fronte sempre più rispettosi della tutela dell’ambiente”.
Traguardi ai quali si può arrivare seguendo quali percorsi? “Attraverso un’evoluzione delle tecniche colturali legate alla difesa delle coltivazioni e delle pratiche agronomiche relative alla gestione del terreno. Ad esempio diventa ogni giorno più importante concretizzare azioni capaci di restituire, mantenere o sbloccare la fertilità del terreno aumentando l’apporto della sostanza organica presente in modo naturale nello stesso e riducendo o annullando l’uso dei concimi chimici tradizionali”.
I vantaggi dell’assistenza tecnica in campo per un agricoltore? “Raggiungere un buon risultato finale in termini di qualità, salubrità e integrità del prodotto. Ottenere un risparmio economico per la razionalizzazione delle scelte tecniche. Infine, poter disporre del servizio di supporto significa anche essere sempre aggiornati su tutte le novità produttive e quelle offerte dal mercato”.
Informazioni
Per informazioni sull’assistenza tecnica in campo riguardante la produzione delle diverse colture frutticole ci si può rivolgere gli uffici di zona della Cia oppure contattare il responsabile provinciale del servizio, Maurizio Ribotta (
m.ribotta@cia.it; 334 6954070).