“Crescere in autonomia” è stato il tema della XXXVII assemblea dell’Anci Piemonte che si è svolta a Torino lunedì 18 febbraio. All’incontro con le istituzioni piemontesi era presente anche la Provincia di Cuneo, rappresentata dalla dirigente del Settore Programmazione Loredana Canavese ed alcuni funzionari. In un momento in cui il tema dell’autonomia rafforzata (regionalismo differenziato) degli enti regionali è di grande attualità, a Torino si è parlato di un territorio che ha bisogno di riequilibrare i rapporti tra i grandi centri urbani ed un territorio che conta 1.200 Comuni di cui oltre 1.050 hanno meno di 5.000 abitanti e, soprattutto, la metà di questi sono montani. “In questi anni – ha spiegato il presidente di Anci Piemonte, Alberto Avetta – si è fatto davvero tanto e penso all’ultima iniziativa avviata con la Regione Piemonte e con Uncem per favorire, attraverso incentivi specifici, la presenza dei medici di base nelle aree disagiate. Ma la strada davanti a noi è ancora lunga”.
“E’ dagli anni Novanta che il tema delle autonomie si rincorre – ha detto il presidente della Regione, Sergio Chiamparino – e mai come oggi occorre uno sforzo per trovare un equilibrio dinamico tra i poteri e le rappresentanze. Bisogna senz’altro prendere atto del cambiamento che è avvenuto negli ultimi tempi nella società, anche grazie all’uso dei social che ha favorito il cosiddetto rapporto diretto tra i cittadini e le istituzioni. Tuttavia, è la ricerca di un rapporto articolato della rappresentanza diffusa sul territorio (Regione, Provincie, Comuni e loro associazioni) che può portare a quel punto di equilibrio tra i poteri dello Stato utile a garantire una reale presenza sul territorio che pone un argine al rischio di svuotamento della democrazia”.
Tra le recenti riforme che avranno un maggior impatto sui Comuni e le Province a breve termine c’è anche la cosiddetta “Quota 100” il cui impatto sulla Pa locale potrebbe essere molto drastico. Ad esempio i dipendenti del Comune di Torino potenziali beneficiari del provvedimento sono circa 750. Così come il tema degli investimenti, sempre più attuale. “Oggi possiamo dire di aver invertito la tendenza – ha continuato Avetta – visto che i Comuni piemontesi possono spendere di più. Occorre però mettere gli enti locali, Comuni e Province, nella condizione di poter investire le risorse di cui dispongono. I tagli alla spesa e la burocrazia impediscono di fatto la crescita e lo sviluppo dei territori”.
Al convegno di Torino si è parlato anche di semplificazione e sburocratizzazione come condizioni per poter guardare al futuro con ottimismo. Un’attenzione particolare al tema dei progetti europei: “Poter accedere alle risorse dell’Unione Europea – è stato detto – è fondamentale per scrivere le linee d’orizzonte verso le quali far tendere le nostre comunità”. Anche Anci Piemonte ha costituito in questi mesi un ufficio specifico con l’obiettivo di costruire una rete di esperti in grado di supportare i Comuni che intendano accedere ai progetti europei. Lo scorso anno anche la Provincia di Cuneo ha beneficiato di un master in Europrogettazione.
Con l’occasione l’Anci Piemonte ha inaugurato i nuovi locali dell’associazione ospitati nel palazzo di via Maria Vittoria, nella sede della Città Metropolitana di Torino che resterà a disposizione degli enti locali.