CUNEO - Da inizio 2024 il Soccorso alpino ha recuperato più di 920 persone sulle montagne piemontesi

“Se ci si trova in difficoltà bisogna chiamare subito il 112: lasciare passare il tempo potrebbe rendere la situazione più difficile anche per i soccorritori”, dice il vicepresidente del Sasp Daniele Fontana

Micol Maccario 21/08/2024 16:32

Da inizio anno il Soccorso alpino e speleologico piemontese (Sasp) ha recuperato 921 persone, di cui 297 illese, 574 ferite e 50 decedute. Il dato è leggermente inferiore rispetto agli anni passati a causa del maltempo di aprile, maggio e giugno, che ha tenuto a casa gli amanti della montagna. “Negli ultimi sette giorni c’è stato un incremento notevole degli interventi: abbiamo soccorso una sessantina di persone. Se consideriamo i mesi di luglio e agosto però il dato è allineato agli anni precedenti”, spiega Daniele Fontana, vicepresidente del Sasp. I numeri disponibili sono a livello regionale, quelli sul Cuneese saranno diffusi a fine anno. Fontana però conferma che gli interventi nelle vallate della Granda sono in linea con le altre province del Piemonte.
 
Il numero delle persone illese ha subito un leggero incremento, ma non è un cambiamento così significativo – continua –. La maggior parte di loro chiama perché ha smarrito il sentiero o si trova in difficoltà”. In quei casi la prima cosa da fare è chiamare immediatamente il 112, che inoltrerà la chiamata al 118 e, se necessario, farà intervenire il Soccorso alpino. “Non bisogna perdere tempo ed è importante, dopo la chiamata, non spostarsi”. La centrale operativa, infatti, ha la possibilità, previa autorizzazione, di inviare un sms locator capace di ottenere con precisione le coordinate gps. La tempestività è fondamentale perché le condizioni meteo potrebbero peggiorare o potrebbe diventare buio. “C’è poi il rischio che si inneschino altre problematiche sanitarie come l’ipotermia, anche se è estate. E far uscire la squadra del soccorso alpino con la luce del sole è anche meno rischioso”.
 
Il dato dei soccorsi si è stabilizzato negli ultimi anni, ma ha registrato un notevole aumento in seguito alla pandemia da Covid-19. “Già dopo la prima ondata, appena avevamo nuovamente il permesso di uscire, c’è stato un accesso alla montagna notevole. Da un lato è stato positivo per le nostre vallate perché ha aiutato a far girare l’economia, dall’altro ha esposto gli utenti a dei rischi perché anche chi non andava in montagna ha iniziato ad andarci”.
 
Per tutti, esperti e non, valgono le normali regole di buon senso: scegliere itinerari appropriati al proprio livello di preparazione psicofisica e tecnica, valutare le condizioni meteo prima di partire, chiedere informazioni a chi è del posto o agli esperti (gestori dei rifugi, Cai, soccorso alpino), indossare abbigliamento comodo (portando anche abiti di ricambio se si verificassero temporali), comunicare a qualcuno dove si va, portare sempre con sé il cellulare e possibilmente non andare da soli. Una buona alleata può essere anche Georesq, un’applicazione che si installa gratuitamente sul cellulare e permette di inviare un allarme direttamente al Corpo nazionale soccorso alpino, comunicando la posizione e il percorso.

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