CUNEO - Dagli Stati Uniti al parco del Marguareis per studiare il garofano alpino

Scienziati e studenti americani delle Università della Virginia, del Massachusetts e della California, sta conducendo una ricerca sull'ecologia e l'evoluzione di una malattia diffusa sulle piante

01/08/2018 14:00

A 2000 m di quota, nel cuore del Parco naturale del Marguareis, un gruppo di scienziati e studenti americani provenienti dalle Università della Virginia, del Massachusetts e della California, sta conducendo una ricerca sull'ecologia e l'evoluzione di una malattia diffusa sulle piante di garofano alpino, la specie Dianthus pavonius.
 
Questo studio utilizza il fungo patogeno (Microbotryum violaceum) come modello per analizzare le interazioni presenti tra ospite (la pianta) e patogeno (il fungo). Microbotryum è un fungo che provoca una malattia detta "del carbone delle antere", diffusa su più di 500 specie vegetali diverse nel mondo. Ad uno sguardo esperto i caratteristici fiori rosa del garofanino che punteggiano i pendii erbosi delle nostre Alpi risultano spesso infettati da questo parassita che li rende sterili (sostituendo i granuli di polline con le sue spore) compromettendo, di conseguenza, il ciclo riproduttivo della pianta.
 
In questa fase dello studio gli scienziati americani, in collaborazione con alcuni botanici del Centro Regionale per la Biodiversità Vegetale (Ente di gestione delle Aree Protette delle Alpi Marittime), stanno analizzando le diverse modalità di trasmissione della malattia, mediante l'osservazione del comportamento degli insetti impollinatori, il conteggio delle spore fungine depositate dal vento sulle piante di garofano ancora sane e gli effetti dell'infezione sullo sviluppo di giovani piantine ottenute da seme.
 
Le indagini in corso interessano, inoltre, la valutazione della quantità e qualità di nettare prodotto dalle piante sane rispetto a quelle infettate dal fungo; ciò al fine di comprendere se il nettare possa a fungere o meno da richiamo per gli insetti vettori, anche in presenza del fungo parassita, favorendone così la sua ulteriore diffusione.
 
Il Progetto è al suo secondo anno di attuazione e proseguirà con nuovi esperimenti, osservazioni e raccolta dati sino ad agosto del 2020.

c.s.

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