CUNEO - Dai veicoli confiscati alla malavita è nato il campo base dei pompieri di Cuneo

È tra i più attrezzati in Italia e può ospitare fino a 120 soccorritori, pronti a ogni emergenza. Il prefetto lo ha visitato nel giorno dedicato alla Protezione Civile

Andrea Cascioli 10/10/2024 16:44

La “seconda vita” dei veicoli sottratti alla criminalità organizzata comincia nel comando provinciale dei vigili del fuoco di Cuneo. Qui i mezzi vengono riadattati per fornire supporto agli “angeli del fango”, i soccorritori che nel corso di alluvioni, incendi e ricerche di dispersi, o in qualsiasi altra emergenza, sono pronti a mettersi in azione per salvare vite.
 
“Le forze dell’ordine ci danno una grossa mano” spiegano dal comando, alludendo proprio alla fornitura di mezzi. Quasi tutti i veicoli logistici del campo base arrivano dalle confische: alcune celle frigorifere, ad esempio, sono state tolte dalle grinfie della malavita e oggi ospitano dormitori con cucina. I vigili del fuoco hanno riadattato tutto con i propri fondi, ma ci sono anche spazi con attrezzature più sofisticate, come il centralino mobile che è il “cervello operativo” del campo base. Una pompa da diecimila litri è stata utilizzata durante l’emergenza in Emilia Romagna: un’altra, quattro volte più potente, è in fase di allestimento. Il campo può essere montato in sole quattro ore e ospitare fino a 120 persone: la cucina fornisce quaranta pasti all’ora.
 
“Questa è la struttura più dotata in Piemonte” sottolinea il prefetto Mariano Savastano, visitando, insieme al comandante provinciale dei vigili del fuoco Corrado Romano e alle autorità, il campo base allestito nel parcheggio del comando di corso De Gasperi. L’occasione è la sesta edizione della settimana nazionale della Protezione Civile, nel corso della quale, su proposta della Prefettura, è stata organizzata una giornata di formazione rivolta a tutti gli attori dell’emergenza: sindaci, forze dell’ordine, volontari, tecnici. “Non devono essere preparati solo i vigili del fuoco” è il monito del prefetto: “Se abbiamo 247 comuni dobbiamo avere 247 piani di emergenza efficaci. Se sono copia incolla, non sono efficaci”.
 
Perché la prevenzione “non è un concetto vuoto”, ribadisce Savastano, di fronte alla platea di amministratori e membri degli 11 Centri operativi misti (Com) in cui è suddivisa la Granda: “Dobbiamo smettere di parlare di prevenzione solo dinnanzi alle emergenze o a disastro avvenuto: la tendenza spesso è questa, ma la prevenzione si fa quando c’è il sole, in tempo di pace. E servono investimenti di risorse e di tempo”. Bando ai documenti corretti solo sul piano formale, ma che poi nessuno legge e conosce nel momento del bisogno: “In ogni scenario emergenziale ci sono autorità che dicono ‘non siamo stati avvisati’: i sindaci sono i primi chiamati a fare una corretta pianificazione. Dobbiamo chiederci: se il quantitativo di acqua caduto in Emilia Romagna fosse caduto a Cuneo, saremmo pronti?”. Le parole d’ordine che la Prefettura consegna alle amministrazioni sono poche e semplici: “Pianificare, fare esercitazioni e allestire sale operative. In provincia la sala operativa dei vigili del fuoco è il non plus ultra, il livello di efficienza a cui dobbiamo tendere. Ma una sala operativa dovrebbe essere presente in ogni Com”.
 
Nella giornata di approfondimento su “Il rischio idrogeologico e idraulico. Livelli di criticità. Fasi operative e responsabilità”, insieme al prefetto e al comandante, sono intervenuti anche la sindaca di Cuneo Patrizia Manassero con una relazione su “Comunicazione e tutela dei cittadini”, il dirigente del settore Protezione civile della Regione Piemonte Gianluca Bernardi e quello della Provincia Giorgio Giraudo.

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