Il tema dell’educazione sessuale e affettiva nelle scuole è tornato in primo piano in particolare dopo la tragica estate di violenze sessuali, fisiche e femminicidi perpetuate in tutte le zone d’Italia. Secondo il recente “Global Education Monitoring Report” dell’Unesco, l’Italia è tra gli ultimi posti tra le nazioni dell’Europa se si analizza l’educazione sessuale e affettiva insegnata nelle scuole.
Secondo l’Unesco la corretta idea di educazione sessuale negli istituti scolastici corrisponde a un insegnamento trasversale che tocca aspetti cognitivi, fisici, emozionali e sociali della sessualità al fine di insegnare il rispetto del proprio corpo e di quello degli altri. L’Italia è uno degli ultimi Stati dell’Unione Europea in cui questo insegnamento a scuola non è obbligatorio. Insieme al nostro Paese al fondo della classifica ci sono solo Bulgaria, Cipro, Lituania, Polonia e Romania.
È sicuramente complesso portare una corretta educazione affettiva nelle scuole in un Paese che incontra tante resistenze e subisce ancora una forte influenza religiosa. Spesso c’è stata una narrazione sbagliata intorno a questo tema che ha aumentato l’indifferenza e le opposizioni da parte soprattutto dei genitori. Tanti però sono i progetti messi in campo a cui gli insegnanti degli istituti italiani possono aderire in modo volontario per cercare di colmare le lacune del sistema scolastico italiano.
In prima linea da qualche anno c’è l’associazione non profit Donnexstrada che si occupa di violenza contro le donne e di sicurezza in strada. In particolare, hanno creato i cosiddetti “punti viola” per offrire supporto alle donne che, camminando la sera da sole, hanno paura o sono seguite da qualcuno e organizzando dirette via social per accompagnare da lontano chi deve percorrere strade buie, pericolose, o semplicemente che non trasmettono sicurezza.
Il nuovo progetto di Donnexstrada, DXS LAB, è rivolto alle scuole secondarie di secondo livello ed è incentrato sulle tematiche della violenza di genere e dell’attivismo. Anche a Cuneo è possibile aderire al progetto e portare personale competente nelle classi del territorio.
L’iniziativa affronta tematiche cruciali, spesso sottovalutate o sconosciute in modo approfondito ai più: consenso, empowerment femminile, body shaming, catcalling, revenge porn, dipendenza affettiva, violenza di genere, interruzione volontaria di gravidanza, violenza digitale e violenza di genere. Il DXS LAB sarà condotto dal team specializzato dell’associazione DONNEXSTRADA, composto da professionisti del settore psicologico, legale e dalle co-fondatrici dell’iniziativa attive da anni nel campo.
La violenza di genere è intrinseca nella società in cui viviamo. E Cuneo, purtroppo,
non ne è immune. Per attuare un cambiamento e sradicare gli stereotipi è necessario mettere in atto una rivoluzione culturale che parte unicamente da noi. Iniziare dalle scuole può essere un modo efficiente per formare cittadini consapevoli, che un domani possano vivere in un mondo in cui non si sentirà più ogni giorno parlare di una donna uccisa per mano dell’ex fidanzato o di una ragazza stuprata da un gruppo di coetanei che pensano che “la carne sia solo carne”.
Gli insegnanti delle scuole secondarie di secondo livello della zona di Cuneo che volessero prendere parte al progetto con le loro classi possono scrivere una mail a
info@donnexstrada.org per avere maggiori informazioni.