CUNEO - Dopo trent’anni Corrado Lauro lascia il Santa Croce: “Nel mio cuore ogni episodio e ogni volto”

L’apprezzato chirurgo saluzzese è stato chiamato a guidare il Day Surgery Oncologico dell’IRCC di Candiolo: “A 59 anni non voglio smettere di imparare”

Chiara Carlini 03/07/2022 11:03

Pubblicato in origine sul numero del 16 giugno del settimanale Cuneodice: ogni giovedì in edicola
 
Corrado Lauro, chirurgo saluzzese di 59 anni, dopo un’esperienza trentennale maturata all’ospedale Santa Croce di Cuneo lascia la guida della “Day e Week Surgery Oncologica”, per entrare nella squadra dell’IRCC, l’Istituto per la Ricerca e la Cura del Cancro di Candiolo, riconosciuto recentemente (unico in Piemonte), tra i dieci più importanti centri oncologici di ricerca e cura in Europa.
 
L'Istituto, finanziato dalla Fondazione per la ricerca sul cancro (nata nel 1986), è oggi un centro di eccellenza medico e chirurgico di livello nazionale e internazionale. Il dottor Lauro all’IRCC sarà responsabile del reparto “Day Surgery Oncologico” per la cura dei tumori con ricovero a ciclo breve. Il cosiddetto “ricovero breve”, rappresenta la nuova modalità clinico-organizzativa per effettuare interventi chirurgici, o procedure diagnostiche e terapeutiche invasive, in regime di ricovero limitato di un giorno, o al massimo due, in anestesia generale, loco-regionale o locale.
 
Lauro, lo scorso 26 maggio, ha annunciato tramite social network, più precisamente con un post sulla sua pagina Facebook (con quasi 5000 amici), che entro pochi giorni avrebbe lasciato Cuneo per proseguire a Candiolo il suo viaggio nella lotta ai tumori. Perché, come ha scritto, “a 59 anni non voglio smettere di imparare per aiutare sempre più persone”. Un commiato improvviso, rapido, ma non indolore per le pazienti che hanno letto che “il conto alla rovescia è iniziato. Tra 10 giorni farò parte della grande squadra dell’IRCC di Candiolo”. Nel lungo post di congedo non sono mancati i ringraziamenti “all’ASO Santa Croce e Carle di Cuneo, dove grazie al confronto continuo con grandi professionisti, grazie all'aiuto di tutti i collaboratori della sanità e di tutti i dipendenti dell’Azienda e, soprattutto - ha sottolineato Lauro - grazie all’affetto di tutti e tutte le pazienti, ho costruito le mie competenze che ora metterò a disposizione dell’importante Istituzione di cura e ricerca”.
 
Novecento like, 50 condivisioni e centinaia di commenti in cui il filo conduttore è uno solo, la gratitudine: “Per la professionalità dimostrata, l’aspetto umano e il coraggio trasmesso”. La signora Silvana, ad esempio, gli ha scritto: “Auguro a tutte le persone che avranno bisogno, di incontrare un medico come lei. Uno che sappia trasmettere quella certezza di vedere la luce come lei l’ha data a me”. E ancora, tra i messaggi di colleghi e collaboratori, una certa Anna ha ringraziato il dottor Lauro “per la sua professionalità, la sua umanità, e per aver sempre apprezzato noi Oss come parte integrante del suo lavoro”. Ma c’è anche chi si rammarica perché un altro grande professionista lascia la città, come ha evidenziato la signora Gabriella che ha ricordato la propria esperienza personale: “L’ho conosciuta in un momento brutto della mia vita ma con il suo sorriso e le sue parole rassicuranti mi ha fatto affrontare la malattia dando quella forza e coraggio anche alle mie figlie”. Anche tra le pazienti degli ambulatori di Salute donna, al Santa Croce di Cuneo, nell’attesa di una visita o di una medicazione post-intervento, lo smarrimento è tanto per la perdita di un professionista “dal volto umano” come Lauro.
 
Si sente parlare di questo medico che “sfida i tumori” come di un amico che ha salvato loro la vita: “E lo ha fatto con umiltà, pazienza, dedizione e con una vicinanza umana incredibile”. Molte si preoccupano di come fare a raggiungerlo in futuro nel centro torinese per continuare il percorso di cura: “Se sono guarita lo devo solo a lui per tutta una serie di ragioni - dice una signora sui sessant’anni in attesa del controllo - e sicuramente lo seguirò anche a Candiolo”. E proprio a pochi giorni dal suo insediamento, abbiamo intercettato il medico saluzzese.
 
Dottor Lauro, perché si è spostato all’IRCC di Candiolo?
“Mi è sembrata lusinghiera la proposta che mi è giunta prima della fine del 2021, culminata poi a fine marzo 2022, da parte di un ente che è da poco entrato nella top ten dei centri di ricerca, diagnosi e terapia del tumore in Europa”.
 
Quale progetto seguirà nella nuova struttura?
“Dalla Fondazione dell’Istituto di ricerca e cura del cancro sono stato chiamato a dirigere il reparto di Day Surgery Oncologico che è in via di definizione e che avrà circa 10 posti letto dedicati alla patologia oncologica a ciclo breve di ricovero, quindi di un giorno o al massimo due giorni”.
 
Negli ultimi 5-10 anni, cosa è cambiato per una paziente con diagnosi di cancro al seno? Quali sono stati i progressi più significativi?
“Direi che l’innovazione più importante degli ultimi 10 anni nella terapia del cancro alla mammella, è sicuramente l’avvento degli anticorpi monoclonali. Oggi ne esistono di diverse generazioni, sempre più mirati e sempre più efficaci. Questa innovazione è nata anche dall’approfondimento costante che in ambito patologico viene fatto sulle caratteristiche, non soltanto istologiche del tumore, ma anche genetiche legate al genoma delle cellule”.
 
La ricerca è fondamentale in questo campo, ma la cura del tumore richiede anche un approccio diverso, fatto di assistenza e cura della persona. Competenza e umanità sono le parole più utilizzate dalle sue pazienti per descrivere il suo modo di affrontare la malattia sulla sua pagina Facebook. Se potesse, cosa direbbe a tutti i suoi colleghi e alle pazienti incontrate in oltre 30 anni a Cuneo?
“Certamente la possibilità offerta dal Santa Croce e Carle, di collaborare per trent’anni a fianco di professionisti molto validi, aggiornati e competenti, mi è servita a sviluppare le mie competenze e a confrontarmi con loro. Non è stato un addio facile. Sono legato a moltissime figure con le quali ho collaborato in questi anni e che ricorderò con grande affetto e con grande stima, sperando che esistano ancora i canali di collaborazione con loro”.
 
Quale saluto sarà più difficile dopo quasi trent’anni al Santa Croce e Carle?
“Ho invitato ogni dipendente del Santa Croce a cogliere l’importanza di far parte di questa azienda, di questa grande famiglia. Ogni dipendente è una ruota dell’ingranaggio. Un meccanismo complesso e articolato, ma che fino ad oggi ne ha fatto una delle realtà più importanti della sanità nazionale. Nel 2016, infatti, il Santa Croce è stato indicato come il secondo ospedale in Italia per efficacia e qualità nei servizi erogati e il primo tra quelli pubblici. Sono sicuro che l’azienda continuerà ad avere queste caratteristiche e questi obiettivi anche in futuro. Soltanto la mission di ricerca, e lo sviluppo ulteriore di conoscenze che l’IRCC di Candiolo potrà offrirmi, mi ha convinto a lasciare questa splendida realtà cuneese”.
 
Qual è il ricordo indelebile nei suoi quasi trent’anni a Cuneo?
“Di ricordi ne ho tanti, tantissimi. Volti di colleghi, amici, personaggi che rappresentano episodi o situazioni a volte drammatiche, tragiche, o grandi soddisfazioni professionali e personali. Ricordo anche tutti i volti delle pazienti che si sono rivolte a me in questi anni. Un’antologia. Una sorta di 'Spoon River' personale che rimarrà sempre nel mio cuore e che spero mi guidi nell’assunzione di questa nuova responsabilità a cui sono chiamato”.

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