Ricorreva il 5 gennaio l’anniversario, il 77°, dell’eccidio di Ceretto, mentre viene data alla stampa una nuova edizione del libro Ceretto 5 gennaio 1944, cronaca di un eccidio di Livio Berardo, storico e già presidente dell’Istituto storico della Resistenza di Cuneo. Si tratta del rifacimento completo del lavoro originario, datato 1974, e delle successive ristampe, sempre curate dalle amministrazioni comunali Busca e di Costigliole Saluzzo. Il libro, pubblicato da Fusta editore di Saluzzo, con il sostegno dei due comuni e impreziosito da una copertina disegnata da Araldo Cavallera, sarà presto presentato online, in una data ancora da definire, con gli interventi di Paolo Pezzino dell’Università di Pisa, Guido Neppi Modona già membro della Corte Costituzionale e Carlo Gentile dell’Università di Colonia (Germania).
“Siamo grati - dicono i sindaci di Busca, Marco Gallo, e di Costigliole Saluzzo, Fabrizio Nasi, mentre si accingono ad onorare la ricorrenza domenica prossima, 10 gennaio, per la prima volta in forma non pubblica, a causa delle disposizioni contro la pandemia - allo storico e ricercatore Livio Berardo, che ha preso a cuore la storia dell'eccidio e ora torna con una nuova edizione arricchita da fatti e testimonianze. A noi amministratori il compito di rinnovare alla memoria il sacrificio di vite umane e il valore della libertà".
“Al centro dell’opera – spiega l’autore - rimangono le testimonianze che raccolsi nell’autunno-inverno del 1973, con l’intermediazione del partigiano Giovanni Sola, nelle case dei parenti, vedove e orfani, delle vittime di quella tragica giornata. Cambia la prima parte, quella che tratta degli antefatti, con nuovi approfondimenti sui risvolti locali. Se ne aggiunge integralmente una terza, che cerca di spiegare perché i sopravvissuti non ebbero giustizia, malgrado il sostegno dei partigiani e l’impegno della magistratura cuneese”.
Ne esce, perciò, un volume più consistente, aggiornato non tanto o soltanto bibliograficamente, tenendo conto delle ricerche condotte con il progetto italo-germanico dell’Atlante delle stragi nazifasciste in Italia, quanto nella base documentale. Se il lavoro del 1974, immodificato, tranne che per aspetti marginali, con la riedizione per il quarantennale (1994) e quella del 2006, anno del conferimenti ai due Comuni della Medaglia d’argento a valor civile per quei fatti, era essenzialmente un esempio di storia orale, questa ultima versione utilizza fino in fondo gli Atti del processo svoltosi dall’8 al 10 ottobre 1946 contro Corrado Falletti di Villafalletto e quattro componenti della squadra “E. Muti” di Villafalletto davanti alla II sezione della Corte d’assise straordinaria di Genova. Essa attinge, inoltre, ai documenti tedeschi, a cui oggi è finalmente possibile e indispensabile ricorrere per ricostruire i movimenti delle unità impegnate nei presidi territoriali o nelle operazioni di rastrellamento.
“Dall’incrocio – conclude Berardo - tra passi di delibere e di lettere presenti negli archivi comunali con le carte del Bundesarchiv e le dichiarazioni dei testimoni, emerge oggi l’identità degli autori dell’eccidio, fascisti e tedeschi, impuniti, se non addirittura premiati nella carriera militare del dopoguerra”.