Martedì 13 novembre 122 studenti delle classi seconde della Scuola secondaria di primo grado dell’IC Grandis di Borgo San Dalmazzo e i loro professori hanno partecipato all’incontro online dal titolo “Per non dimenticare. Falcone e la strage di Capaci”. L’iniziativa, promossa insieme alle insegnanti e finanziata dall’Amministrazione borgarina, prosegue il percorso intrapreso per la sensibilizzazione della cittadinanza e in particolare dei giovani sul tema della legalità e del contrasto alle mafie.
"Siamo molto soddisfatte della collaborazione della Dirigente e delle insegnanti sul tema della legalità – commentano la sindaca Roberta Robbione e l’assessora alla Legalità, Clelia Imberti – che riteniamo di primaria importanza specialmente in ordine alle iniziative rivolte ai più giovani".
L’incontro online ha potuto contare sul contributo contenutistico di Addiopizzo, movimento nato dal basso a Palermo nel 2024 e che oggi è portavoce di una “rivoluzione culturale” contro le mafie, anche attraverso progetti di riappropriazione di beni comuni degradati, sottoutilizzati o compromessi a causa delle attività illegali.
Il mediatore culturale e referente del progetto, Dario Riccobono, partendo dalla figura di Giovanni Falcone, ha ricostruito, attraverso video, foto (alcune inedite) e testimonianze dirette, gli avvenimenti che nel 1992 cambiarono il volto dell’Italia: dalla sentenza definitiva del maxiprocesso all’omicidio di Salvo Lima, dall’inchiesta Mani Pulite fino alle stragi di Capaci e di via D’Amelio.
Ad emergere le iconiche parole di Falcone che hanno ispirato generazioni di ragazzi: "Che le cose siano così, non vuol dire che debbano andare così. Solo che quando si tratta di rimboccarsi le maniche ed incominciare a cambiare, vi è un prezzo da pagare. Ed è allora che la stragrande maggioranza preferisce lamentarsi piuttosto che fare".
Genuina la partecipazione degli studenti borgarini, intervenuti a più riprese con domande sui fatti analizzati e sulle attività di Addiopizzo.
"Dove sono le mafie in Italia? Si trovano solo in Sicilia?", sono alcuni dei quesiti ricorrenti in questi anni di attività sul tema, e a cui fanno eco le parole del Vicario del Questore Daniele Manganaro (ora in servizio alla Questura di Pavia, n.d.r.), considerato tra i maggiori esperti di lotta alla criminalità organizzata e alla mafia in Italia.
"È importante che i giovani capiscano che la mafia non è solo siciliana – rispondeva Manganaro durante la seconda Giornata della Legalità di Borgo San Dalmazzo, andata in scena lo scorso 19 marzo –. Mafia è a partire dai comportamenti omertosi".
Per questo, ancora una volta, è importante parlarne ad alta voce.