Ha incassato un notevole interesse il webinar “Enoturismo: nuove opportunità per le aziende vitivinicole” organizzato da Cia-Agricoltori Italiani di Cuneo e di Treviso, con due importanti approfondimenti riguardanti “L’accordo sulla vendemmia turistica: quali opportunità per il settore vitivinicolo” e “L’impegno dell’agricoltura nella sostenibilità del Pianeta: l’attenzione della delega fiscale e dei certificati verdi”. L’iniziativa è stata la prima realizzata a livello nazionale sul tema e ha visto la significativa collaborazione tra le Cia dei due territori che si caratterizzano per una sostanziale vocazione vitivinicola. A sottolinearlo sono stati i direttori provinciali: Igor Varrone per Cuneo e Marisa Fedato per Treviso. I lavori, moderati da Massimo Bagnoli, coordinatore dell’area tecnico-normativa e responsabile dell’area fiscale di Cia a livello italiano, si sono aperti con i saluti istituzionali. Li hanno portati: Cristiano Fini, presidente della Cia nazionale; Francesco Monchiero, presidente del Consorzio Piemonte Land of Wine; Massimo Damonte, presidente del Consorzio di Tutela Roero; Matteo Ascheri, presidente del Consorzio Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani; il sindaco Carlo Bo e il consigliere delegato all’Agricoltura Mario Sandri, per il Comune di Alba; il sindaco Luciano Fregonese e l’assessore all’Agricoltura Pierantonio Geronazzo, per il Comune di Valdobbiadene; Luca Giavi, direttore del Consorzio di Tutela Prosecco Doc e Diego Tomasi, direttore del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco. Per impegni sopraggiunti all’ultimo momento non ha potuto partecipare al seminario Ugo Zamperoni, presidente del Consorzio Asolo Prosecco.
Il presidente Fini: “Riuscire a collegare un’eccellenza agricola come il vino al territorio e al paesaggio, in un’ottica sempre più sostenibile dal punto di vista ambientale, rappresenta la chiave di volta per far crescere ulteriormente il settore. I certificati verdi sono un riconoscimento importante al ruolo svolto dall’agricoltura in termini di assorbimento e di cattura del carbonio. Troppo spesso, invece, il settore viene ancora ingiustificatamente additato di produrre inquinamento”.
Concetti, poi, ripresi dai rappresentanti di tutti gli altri Enti e Consorzi intervenuti al seminario.
Gli approfondimenti
L’avvocato Marco Giuri, dello studio Giuri Avvocati Associati, ha spiegato l’attuale situazione legislativa sull’enoturismo - fatturato annuo di 2,5 miliardi di euro, destinato a crescere - e le novità riguardanti la vendemmia turistica. In particolare, su quest’ultimo aspetto ha illustrato il protocollo d’intesa firmato lo scorso 12 luglio dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro e dall’Associazione Nazionale Città del Vino che, partendo dalle esperienze passate, portate avanti soprattutto in Piemonte, individua le regole di comportamento comuni sulla materia valide nell’intero territorio italiano. L’attività si intende per la sola raccolta dell’uva, ha carattere culturale e ricreativo, non è da considerare un rapporto di lavoro, non va retribuita, deve essere ristretta a poche ore durante la giornata e la zona in cui viene svolta va delimitata da cartelli per distinguerla dalla vendemmia professionale. Tra le varie indicazioni è anche prevista la nuova figura del tutor formato e qualificato, che ha il compito di accompagnare i turisti vendemmiatori nell’attività. In quale modo? Fornendo loro tutte le istruzioni adeguate per svolgere la raccolta, vigilando affinché vengano rispettate le norme sulla tutela della loro sicurezza e salute e garantendo il perseguimento degli obiettivi culturali e ricreativi. Inoltre, c’è l’obbligo di stipulare un’assicurazione per la responsabilità civile nei confronti dei vendemmiatori turisti. Giuri: “L’accordo è un buon punto di partenza, anche se alcuni aspetti hanno dei limiti e sono ancora migliorabili. Il giudizio, comunque, è positivo”.
Il dottore commercialista Alberto Tealdi, della Agroindustry Professional Partners, ha spiegato l’attenzione posta dalla Legge delega della riforma fiscale voluta dal Governo rispetto ai certificati verdi, cioè alla cessione dei crediti di carbonio ottenuti con la cattura dell’anidride carbonica. Per l’imprenditore agricolo che, attraverso il proprio lavoro di coltivazione e di allevamento, intraprende il percorso della tutela ambientale e della lotta ai cambiamenti climatici, si tratta di una grande opportunità, in quanto l’impegno assunto attraverso l’applicazione di pratiche sostenibili viene riconosciuto come un’attività connessa a quella agricola principale. Ottenendo, così, i relativi benefici fiscali. In sostanza, con l’intervento si valorizza il mondo rurale che contribuisce alla sostenibilità del Pianeta, portando vantaggi a tutti i cittadini. Tealdi: “Adesso bisogna costruire un’architettura strutturale che dia le certezze necessarie sulla materia, individui le modalità di certificazione dei crediti e non faccia innescare fini speculativi esterni al mondo agricolo. I crediti devono essere acquistati da realtà imprenditoriali in grado di dimostrare una politica indirizzata a contrastare l’inquinamento atmosferico. L’agricoltura può dare un grande contributo alla tutela dell’ambiente, però deve riceverne in cambio un beneficio economico sotto forma di integrazione al reddito. Già oggi molti percorsi produttivi si caratterizzano per la loro sostenibilità ambientale, ma non hanno mai ottenuto una valorizzazione adeguata”.
Per rivedere il webinar e chiedere informazioni
Il webinar con tutti gli interventi e gli approfondimenti si può rivedere al link di
YouTube.
Chi vuole chiedere ulteriori informazioni o evidenziare criticità sulle due materie trattate, può contattare gli uffici territoriali di Cia Cuneo.