CUNEO - Guccini al Toselli sfata un luogo comune: "Ai concerti bevevo Lambrusco? Macché, era rosè"

Il cantautore emiliano ha divertito il pubblico di Scrittorincittà tra aneddoti e battute di spirito: "Quante delle mie canzoni sono nate a cena? Neanche una, a cena si mangia".

Samuele Mattio 20/11/2021 20:15

 
Sospeso a metà tra musica e letteratura, con un’abbondante spruzzata di cazzeggio tipico degli emiliani, Francesco Guccini è stato ed è un artista punto di riferimento indiscusso per almeno tre  generazioni. Stasera, sabato 20 novembre, il cantautore ha dato prova che, nonostante gli 81 anni - “e mezzo” come da lui specificato -, la sua mente viaggia ancora a pieno ritmo. Ospite della rassegna letteraria Scrittorincittà, il Maestrone, ha presentato in un teatro Teatro Toselli gremito per l'occasione la sua ultima fatica letteraria: “Tre Cene”. Un romanzo ambientato sull’Appennino che egli stesso ha scelto come casa, in quella Pavana che in più occasioni è stata citata nell’opera gucciniana. Tra commenti dissacranti - “Se fossi vissuto cent’anni fa sarei già morto” - e battute di spirito - “Com’è stata la mia carriera? Sempre meglio che lavorare” - il maestro ha dialogato con Matteo Corradini, tenendo alta l’attenzione del pubblico per oltre un’ora.
 
Un intermezzo a sorpresa l’ha regalato Luciano Ligabue, definito “un amico” dallo stesso Guccini. Il rocker di Correggio, che qualche tempo fa si è ispirato alla celebre ‘Avvelenata’ per la sua ‘Caro il mio Francesco’, è intervenuto con un breve video registrato domandando all’ospite se fosse vero che la canzone inserita nell’album ‘Via Paolo Fabbri 43’, abbia avuto un successo più ampio di quel che avrebbe meritato. Guccini non si è tirato indietro: “Ritengo di aver scritto brani molto più belli”. Due su tutti? “Scirocco e Van Loon”. L’autore di culto si è poi divertito a sfatare un luogo comune: “Tutti dicono che ai concerti avevo un fiasco di Lambrusco, ma è un falso. Si trattava di una bottiglia di rosè. Lo bevevo per evitare cali di voce, ma senza esagerare: un concerto richiede molta lucidità”.
 
Diverso il discorso a cena. Uno dei temi ricorrenti dell’incontro, presente anche nel nuovo libro edito da Giunti, è quello delle osterie, di fuori porta o meno: “Oramai non ce ne sono più, neanche dalle mie parti - ha osservato con un pizzico di malinconia -. Sono state rimpiazzate da bar e ristoranti, che sono un’altra cosa”. L’argomento ha stuzzicato la curiosità del moderatore, che gli ha chiesto quante delle sue canzoni siano nate a cena: “Neanche una - ha risposto secco Guccini -. A cena si mangia”. Insomma, se è vero, come cantava l’artista cresciuto tra “saggi ignoranti di montagna” che “il tempo andato non ritornerà”, è altrettanto vero che seguirlo è stato un buon modo di passare il pre-serata.

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