Il Consiglio provinciale di martedì 23 febbraio, riunitosi in modalità streaming, ha preso il via con il ricordo del lutto nazionale e delle bandiere a mezz’asta anche sul palazzo della Provincia per l’attentato nel quale sono morti in Congo l’ambasciatore Luca Attanasio, il carabiniere Vittorio Iacovacci e il loro autista locale. Nell’aprire la seduta, il presidente Federico Borgna ha voluto ricordare queste persone barbaramente uccise nell’adempimento del loro dovere istituzionale.
Passando poi ai lavori del Consiglio, Borgna ha affidato l’illustrazione del primo punto relativo ai divieti di pesca per la stagione 2021 (da domenica 28 febbraio ndr) nelle zone di Pamparato e Limone Piemonte, gravemente danneggiate dall’alluvione dell’ottobre scorso, al dirigente del Settore, Alessandro Risso. Come si ricorderà i danni alluvionali hanno avuto conseguenze gravi anche sui corsi d’acqua destinati alla pesca, in particolare alcuni rii di Pamparato (torrente Limona, torrente Casotto, sorgente nel comune di Garessio per tutto il tratto fino al comune di Pamparato) e di Limone (torrente Vermenagna dalla sorgente fino al confine con Vernante, torrente Armellina dalla sorgente a viale Valleggia, torrente San Giovanni Valletta dal lago della Perla al piazzale del Cross, torrente Gherla dal lago Terrasole a tetto Mecci, torrente Panice dalla confluenza del torrente Gherla fino alla galleria di Napoleone nel vallone della Cabanaira. Il Comitato Consultivo Pesca ha accolto favorevolmente il divieto di pesca per i gravi danni causati all’habitat ittico dei corsi d’acqua coinvolti dall’alluvione, così come si è valutata la semina di avanotti provenienti da recuperi ittici nella prossima primavera. La Fipsas Cuneo e la società Pesca Ambiente di Fossano hanno dato la disponibilità di seminare a Limone avanotti dell’incubatoio di Fossano, essendo il fiume Stura appartenente al medesimo reticolo idrografico del torrente Vermenagna.
ll Consiglio ha approvato all’unanimità la delibera, così come per quella successiva riferita al Piano di contenimento degli impatti provocati dal cormorano. Lo strumento di programmazione sulla popolazione dei cormorani nella Granda – come lo ha definito Borgna – ha avuto una lunga gestazione riassunta da Risso. Le acque del Cuneese sono, infatti, ricche di specie ittiche di interesse comunitario, quali trota marmorata, scazzone, barbo italico, barbo canino, lampreda padana, vairone e cobite comune, oltre al temolo di ceppo padano (“pinna blu”), pesce di particolare interesse conservazionistico in declino nell’intero areale Padano-Veneto e ancora segnalato ancora nel fiume Po e nello Stura, oltre a specie autoctone nel distretto Padano-Veneto e in generale declino come alborella, cavedano, ghiozzo padano, gobione, luccio e sanguinerola.
Risso ha evidenziato come negli ultimi anni si sia registrata una significativa flessione delle popolazioni di queste specie ittiche. I motivi sono tanti: la riduzione delle portate idriche di alcuni corsi d’acqua; la diminuzione degli habitat tipici per la riproduzione delle specie in difficoltà; l’aumentata predazione da parte di specie animali che si nutrono di pesci e che sono diventate sempre più numerose, come quella del cormorano (Phalacrocorax carbo). In assenza di predatori naturali, il cormorano – che sarebbe una specie migratoria che fino ad alcuni anni fa arrivava in autunno e ripartiva alla fine dell’inverno – ha incrementato notevolmente la propria presenza sul territorio anche con colonie stanziali di alcuni centinaia di esemplari che non migrano più e si fermano nella Granda, provocando pesanti danni all’ittiofauna dei fiumi e dei torrenti.
E’ comunque un animale tutelato perché le deroghe agli abbattimenti degli uccelli sono consentite soltanto alle specie il cui status biologico lo consenta, tenuto conto delle condizioni specifiche che prevalgono nelle varie regioni e che a livello nazionale. Per salvaguardare la biodiversità delle acque provinciali già nel 2013 è stato sottoposto ad Ispra un primo Piano sul cormorano valido fino al 2018 ed erano stati autorizzati gli abbattimenti non superiori al 10% della popolazione totale di allora (circa 70-80 esemplari). Alla successiva richiesta di un nuovo parere per incrementare gli abbattimenti (circa 200 esemplari) si era avuto parere negativo ed Ispra aveva anche fornito precise indicazioni per la predisposizione di un nuovo piano di controllo, tutte recepite.
Anche le associazioni piscatorie presenti nel Comitato Consultivo della pesca hanno più volte chiesto di contenere il problema del cormorano. La Provincia ha quindi realizzato nel 2020 un nuovo Piano di contenimento del cormorano per ridurre l’attività predatoria sulla fauna ittica, anche per garantire l’incremento delle popolazioni autoctone naturali delle specie ittiche di maggior interesse.
Il nuovo Piano quinquennale, valido fino al 15 marzo 2025, ha ottenuto l’anno scorso il parere favorevole di Ispra e autorizzato interventi su circa 68 km di fiumi, tra cui Stura, Gesso, Maira e Varaita, con l’abbattimento massimo di 80 esemplari fino al 15 marzo 2021. Al termine della stagione la Provincia comunicherà ogni anno l’esito delle attività svolte e potrà richiedere un nuovo parere per l’impostazione generale delle attività nella stagione successiva. Nel 2020 i cormorani censiti in provincia di Cuneo erano stimati tra un minimo di 800 ed un massimo di 1.100 esemplari; il controllo si svolgerà sui tratti di fiume dove sono presenti soprattutto le trote marmorate ed altre specie ittiche di interesse comunitario; gli abbattimenti saranno svolti solo dalla polizia provinciale secondo il protocollo definito da Ispra.