Su proposta del Tavolo Frutta Monviso, presieduto dal sindaco del Comune di Lagnasco, Roberto Dalmazzo, l’assessorato regionale all’Agricoltura guidato da Marco Protopapa, ha ufficialmente riconosciuto il Distretto del Cibo della Frutta del Piemonte: una delle principali aree a vocazione frutticola a livello nazionale che ha il baricentro territoriale nel Saluzzese. Ne fanno parte 44 Comuni collocati soprattutto in provincia di Cuneo e, poi, nella Città Metropolitana di Torino: Bagnolo Piemonte; Barge; Busca; Caraglio; Cardè; Castelletto Stura; Cavallerleone; Cavallermaggiore; Centallo; Costigliole Saluzzo; Cuneo; Dronero; Envie; Fossano; Gambasca; Genola; Lagnasco; Manta; Marene; Margarita; Martiniana Po, Monasterolo di Savigliano; Morozzo; Pagno; Paesana; Peveragno; Piasco; Revello; Rifreddo; Rossana; Ruffia; Saluzzo; Sanfront; Savigliano; Scarnafigi; Tarantasca; Valgrana; Venasca; Verzuolo; Villafalletto; Vottignasco, Campiglione Fenile; Cavour e Osasco. Inoltre, lo costituiscono la Camera di Commercio di Cuneo; la Fondazione Agrion; il Polo Agrifood; le associazioni di categoria Cia-Agricoltori Italiani, Coldiretti, Confagricoltura e Confcooperative; le organizzazioni di produttori presenti sul territorio individuato, Coop Jolly, Eden Fruit, JoinFruit, Lagnasco Group, Ortofruit, Piemonte Asprofrut, Rivoira e Solfrutta; la Pro Cavour e la Pro loco Lagnasco. Il Distretto si sviluppa su 15.288 ettari coltivati in provincia di Cuneo e 942 ettari nella Città Metropolitana di Torino. Ci lavorano oltre 7.000 addetti, ai quali si aggiungono quasi 14 mila stagionali. Nell’area si trovano l’87% degli impianti di mele presenti in Piemonte; il 97% di nettarine; il 76% di kiwi; il 74% di pere; il 72% di susine e il 42% di altre varietà di pesche. Non sono poi trascurabili le produzioni di frutta in guscio, tra cui soprattutto il castagno e il nocciolo.
Cosa ne pensa Cia Cuneo
Qual è il parere di Cia Cuneo sul Distretto? Lo abbiamo chiesto a Maurizio Ribotta, responsabile provinciale della consulenza tecnica in campo dell’organizzazione agricola. Dice: “Per il territorio coinvolto si tratta di un’importante opportunità che, ora, attraverso il Distretto, costituito da tutti gli attori della filiera, può proporre progetti condivisi e presentarsi unito al mondo delle Istituzioni”.
Gli obiettivi? “Le prime ipotesi operative messe in campo hanno evidenziato la necessità di creare una governance per valorizzare e rilanciare la frutticoltura dell’area interessata con percorsi di promozione che, di riflesso, aiutano nella vendita dei prodotti. Mantenendo un equilibrio tra il sociale, come l’accoglienza dei lavoratori stagionali, la produzione e la sostenibilità ambientale”.
L’impegno di Cia Cuneo nel Distretto? “Intendiamo partecipare in modo attivo, portando sempre i nostri contributi propositivi in modo da far crescere il progetto”.