Il suo habitat sono le scogliere frastagliate del coste del Mediterraneo, soprattutto delle isole, ma il superbo falco della regina (Falco elonoreae) è stato visto anche in valle Stura. La sua presenza, seppur rara, non è sfuggita ai binocoli degli osservatori del progetto Migrans che, dal 1992, ogni fine estate identificano ogni "oggetto volante", purché piumato, per monitorare la migrazione post riproduttiva dei rapaci diurni.
Il falco della regina si contraddistingue per l’abilità nella caccia in volo, praticata soprattutto all’inizio dell’autunno quando approfitta della migrazione degli altri uccelli. Si nutre anche di insetti. Nei cieli che sovrastano la stazione di osservazione di Madonna del Pino di Demonte è stato visto predare delle libellule. Per questi Odonati, soprattutto le cardinali venerosse e imperatore migrante, la valle, come per gli uccelli, è un'importante asse di migrazione.
Fabiano Sartirana (Servizio Conservazione Aree Protette Alpi Marittime) e Nicolò Grasso (ricercatore e volontario del progetto Migrans) hanno raccolto le osservazioni di falco della regina tra il 1999 e il 2020 e presentato i dati sulla Rivista italiana di ornitologia che rappresenta uno dei principali riferimenti scientifici per chi si occupa di avifauna.
L'articolo (in lingua inglese; riassunto in italiano) è scaricabile dal sito internet delle Aree Protette Alpi Marittime:
cliccando qui!