Un mare…di persone a Dronero lunedì 14 agosto, giorno di mercato. Lunghe code di auto sia da Caraglio sia da Busca per arrivare in città o per proseguire in valle Maira. Quasi come succede in Liguria percorrendo l’Aurelia. Non capita spesso, dalle nostre parti. Infatti tutt’altra situazione, nelle stesse ore, a Caraglio, con una via centrale quasi deserta, con molti bar e negozi chiusi. L’atmosfera di Dronero è festosa, da località turistica di prim’ordine. Tutti i bar sono aperti, con dehors affollatissimi, i banchi del mercato sciamano nelle vie e nelle piazze centrali, in un tripudio di colori e di voci. Si cammina a fatica in mezzo alla folla, ma la sensazione è piacevole, avvolgente. Non c’è strepito, non c’è ressa. Accanto ai droneresi un po’ stupiti molti turisti: lo si capisce dal loro accento, dagli sguardi, dalla curiosità. Probabilmente il tempo incerto ha spinto alcuni di loro a scendere in città dalle località di villeggiatura in montagna per partecipare al rito collettivo del mercato. Anche i vigili urbani sembrano osservare quel movimento con un certo orgoglio: siamo una città apprezzata, ricercata, siamo una meta turistica. E per le vie di accesso al centro è un tutto un brulicare di borse, passeggini, cappellini, vestiti svolazzanti. Intorno ai banchi di generi alimentari un gran numero di clienti, che svuotano velocemente cassette di frutta e verdura. Molte signore misurano abiti sgargianti e smanicati per celebrare adeguatamente l’estate. Il profumo del pollo arrosto è irrestibile e attira grandi e bambini. Poco più in là il banco dell’acciugaio, una tradizione centenaria a Dronero e in valle Maira: il suo volto bonario è un marchio di qualità. Le persone fanno a gara per aggiudicarsi un posto nel dehors del rinnovato Caffè sotto i portici del teatro, gettonatissimo per gli ottimi gelati: finalmente Dronero si è riappropriata di uno dei suoi spazi più suggestivi.
I turisti si affacciano dalla terrazza panoramica sugli orti della Riviera e ammirano il prezioso lavoro di recupero dei terrazzamenti sul Maira curato dai volontari dell’associazione Mastro Geppetto: orti, vigneto, giardino e una straordinaria veduta sull’imbocco della valle. Mescolati ai turisti i droneresi si riconoscono per il loro accento, che li differenzia dagli altri cuneesi: gruppetti di uomini e di donne, anche loro più inorgogliti che infastiditi dall’affollamento. In alcuni dehors si riconoscono alcune signore della nobiltà piemontese che tradizionalmente scelgono Dronero per le loro villeggiature estive: una scena quasi unica , ormai, dalle nostre parti, retaggio di un mondo che sembra così lontano e perduto. E sono proprio i palazzi nobiliari a fare da splendida cornice al mercato, a dargli la grazia, il fascino che lo rendono così suggestivo.
Se a Dronero il mare…di gente ci fosse tutti i giorni, sarebbe tutt’altra cosa e la sana confusione che a piccole dosi è piacevole, diventerebbe probabilmente un fastidio per i residenti. Il turismo è uno strumento da usare con cautela e con grande saggezza… come recita il verso di Orazio: dulce est desipere in loco…è dolce folleggiare, ma a tempo opportuno.