Il Museo Diocesano San Sebastiano di Cuneo ha celebrato ieri il decennale dalla sua fondazione. Era il 29 settembre del 2012, proprio in occasione della festa patronale di San Michele, quando l'esposizione permanente ospitata nel cuore dell’altopiano in contrada Mondovì, aprì per la prima volta le sue porte ai visitatori. Un luogo della memoria che custodisce il patrimonio storico e culturale della fede e che ha trovato casa presso l’antica Confraternita di San Giacomo e San Sebastiano, proprio a fianco della chiesa del XVI secolo che porta il nome del Santo che protegge da tutte le malattie contagiose.
“Un museo che dalla sua nascita, ospita ogni anno oltre 2mila visitatori, con numeri in continua crescita. Ma non solo. La struttura cresce e si è sviluppa insieme alla città e al suo centro storico che richiama sempre più turisti, oltre alle iniziative parallele che richiamano un pubblico sempre più vasto e diversificato”. Spiega Laura Marino, storica dell’arte e curatrice delle opere in mostra fin dalla fondazione del museo e che, dal 2019, ha assunto l'incarico di direttrice prendendo il posto di don Luca Favretto. Già parroco di Sant’Ambrogio, Favretto è stato uno dei protagonisti della realizzazione di questo museo dedicato alla memoria ecclesiastica di Cuneo, per poi lasciare la città e trasferirsi oltreconfine presso la cattedrale del Principato di Monaco. “L’obiettivo che ci eravamo posti nel realizzare il Museo diocesano, era quello di dare una chiave di lettura a opere e simboli religiosi che altrimenti avrebbero perso di importanza – ricorda don Luca – con un attento lavoro di cura, restauro e ricerca, e in stretta collaborazione con reparti specializzati dei carabinieri, siamo riusciti nell'opera di valorizzazione della storia delle confraternite cuneesi e della città stessa. Un frammento da solo è semplicemente un frammento, ma se collegato ad altri tasselli del mosaico, compone un quadro d’insieme”.
Un lavoro di recupero e restauro che continua senza sosta e che richiede un grande lavoro di studio e ricerca da parte di esperti di settore, come spiega la direttrice a margine delle celebrazioni. “Allo stesso tempo - aggiunge - vogliamo che il patrimonio storico e artistico della comunità ecclesiale di Cuneo diventi accessibile. E per fare questo, promuoviamo molte iniziative stimolanti e diverse, dai laboratori creativi per famiglie e bambini per realizzare sul Natale o la Pasqua alla novità più recente dell’Escape room. Un vero e proprio gioco di squadra che rivoluziona il modo di entrare in contatto con le opere raccolte nelle sale del primo e secondo piano. Massimo 20 persone, 1 ora di gioco e tanti enigmi disseminati lungo il percorso, da scoprire per conquistare l’uscita”.
Un museo che ha imparato ad attualizzare le tradizioni, che si collega alle nuove tecnologie, e che ambisce ad attirare sempre più giovani. Giovani che sono stati anche i protagonisti delle celebrazioni. Infatti, dopo la Santa Messa celebrata dal vescovo di Cuneo e Fossano, monsignore Piero Delbosco, mercoledì sera la chiesa di San Sebastiano è stata il palcoscenico di vari concerti dei gruppi del liceo musicale di Cuneo, diretti dal maestro Maurizio Davico.
Alla cerimonia per il decennale, erano presenti, tra gli altri, il vicepresidente della Fondazione CRC, l’avvocato Enrico Collidà, l’assessore all’Urbanistica del Comune, Alessandro Spedale, don Luciano Zanchi, vicepresidente dell’Amei (Associazione musei ecclesiastici italiani) e Alessandro Vertamy, rettore della Confraternita di San Giacomo. Ricordiamo che i membri delle confraternite, offrono molto spesso i loro servizi come volontari per accompagnare i turisti alla scoperta del museo e della storia della città, oltre ad assistere i pellegrini che intendono intraprendere le vie devozionali.