Ieri (domenica 15 settembre) la sala conferenze della sede dell’Ente Aree Protette Alpi Marittime, a Valdieri, è stata dedicata ad Alberto Bianco, partigiano, promotore e primo presidente del Parco naturale dell’Argentera. La cerimonia si è svolta al ritorno della marcia della XXI edizione di Attraverso la Memoria. Un’escursione che ha richiamato sul Colle di Finestre oltre 200 persone, salite dai versanti italiani e francesi, per ricordare il tragico esodo nel settembre 1943 degli ebrei dalla “residenza forzata” di Saint Martin Vésubie in valle Gesso, a Borgo San Dalmazzo e dintorni per sfuggire alla persecuzione nazi-fascista.
Il sindaco di Valdieri Giacomo Gaiotti, nel suo saluto, ha ricordato l’importanza della “Memoria” e ha ringraziato il presidente delle Aree Protette Alpi Marittime, Paolo Salsotto e la sua amministrazione, per aver voluto dedicare la sala del Parco ad Alberto Bianco che è stata rinnovata e dotata in un nuovo accesso per persone con difficoltà motoria. “Un tema molto caro a Bianco, per le sue vicende famigliari”, ha ricordato Salsotto. Tra le note di chitarra classica di Giorgio Signorile si sono avvicendati gli interventi di Patrizia Rossi, ex direttrice del Parco dell’Argentera e delle Marittime, di Michele Calandri e Gigi Garelli, dell’Istituto storico della Resistenza e della storia contemporanea della Provincia di Cuneo. "Alberto è stato nostro vice presidente e recentemente, in seguito la morte della figlia Alessandra, abbiamo saputo di un lascito testamentario all’Istituto storico con il quale ci siamo impegnati in diverse iniziative. Una di queste sarà quella di montare alcune pellicole 8 mm recuperate in Villa Bianco e di fare una serata entro l’anno in suo ricordo e poi un libro sulla I e II Divisione GL”, ha detto Calandri.
“Fin dai primi anni di presidenza Bianco aveva sostenuto l’importanza di “uscire dal nostro guscio” incentivando i contatti e gli scambi con gli altri parchi, anche a livello internazionale – ha ricordato Patrizia Rossi ex direttrice del Parco dell’Argentera e delle Marittime - è grazie alla sua lungimiranza che il Parco ha potuto inserirsi nell’ambito della Federazione Europea dei Parchi ed ha firmato il gemellaggio col Parco Nazionale del Mercantour, con tutto quanto di prestigioso ne è seguito, compreso il Diploma Europeo”.
Ha concluso il direttore dell’Istituto storico, Gigi Garelli: “Un uomo che si è conquistato, meritato, passo dopo passo, con molta pazienza tutto quello che è stato. Bianco amava gli animali si è iscritto a Veterinaria e si è laureato a pieni voti. Come veterinario si è arruolato nel Terzo reggimento Alpini, ha combattuto sul fronte occidentale, in Macedonia, poi è entrato nella Guerra partigiana. Vice comandante della IV Banda nel vallone dell’Arma è diventato comandante della V Banda in Valle Grana, in mesi durissimi per i grandi rastrellamenti tedeschi. Dopo prosegue la lotta partigiana in Langa e diventa comandante della III Divisione. Alla testa di questa entra a liberare Torino. Finita la Guerra ricomincia la sua gavetta, studia, si laurea in Giurisprudenza e poi entra in Olivetti dove nel corso degli anni diventerà dirigente di punta. Si costruirà una carriera lavorativa, di padre, ma dovette soprattutto raccogliere l’eredità del fratello Dante Livio, mancato in un incidente in montagna, non quella spirituale perché l’intellettuale, fortunatamente, ci ha lasciato grandi scritti, ma quello di essere punto di riferimento di una generazione di partigiani. Per questo organizza qui, a Valdieri e Madonna del Colletto, tanti incontri con Norberto Bobbio, Alessandro Galante Garrone, Vittorio Foa, Nuto Revelli… La sua grande caratteristica è stata quella di mettere insieme il mondo produttivo, quello dell’impegno civile e della storia, la sensibilità per l’ambiente, un impegno svolto con spirito di servizio per la società e nel segno di una grande generosità”.