Ben venticinque persone caddero vittime della furia nazista, 350 case furono date alle fiamme dalle SS guidate dal comandante Joachim Peiper.
Di seguito il messaggio completo del presidente Mattarella.
Nella ricorrenza del settantacinquesimo anniversario dell’eccidio di Boves, rendo commosso omaggio alla memoria degli inermi cittadini che persero la vita, vittime della cieca barbarie nazista.
Quella drammatica pagina della nostra storia, indelebilmente impressa nelle menti di tutti noi, è prova dell'abisso nel quale la violenza della guerra può far sprofondare la natura umana.
Quel dolore e quel ricordo rappresentano un persistente amaro monito che deve sapersi tradurre in un costante impegno a rafforzare i valori dell’umanità attraverso il dialogo, la tolleranza e la pacifica convivenza tra i popoli. Una responsabilità avvertita dalla comunità locale, con la creazione della Scuola di Pace.
Boves ha pagato con le sue vittime e la distruzione un tributo alto alla causa della dignità della persona, della libertà. La pace non può esistere senza libertà e giustizia e queste ultime richiedono democrazia, riconoscimento dei diritti e progresso civile.
Il mio auspicio e la mia più profonda convinzione è che quei tragici eventi, ancor vivi nella memoria della comunità bovesana, del cuneese, dell’intero Paese, possano costituire momento di riflessione per le giovani generazioni circa le terribili prove che l’Italia ha dovuto affrontare per riconquistare libertà, democrazia e dignità nazionale.