Un nuovo importante riconoscimento per il “Santa Croce” di Cuneo e per il suo reparto di Ematologia. L’ospedale cuneese è infatti diventato a fine settembre centro autorizzato per le terapia CAR-T. Presenti alla conferenza stampa organizzata per l’occasione il primario di Ematologia Massimo Massaia, il direttore del Centro Trapianti dell’ospedale Nicola Mordini e il direttore sanitario dell’azienda Monica Rebora. “Abbiamo ricevuto la comunicazione dalla Regione a fine settembre. - ha spiegato quest’ultima - Si tratta di una nuova testimonianza dell’eccellenza della nostra struttura e dei suoi professionisti”.
Le cure con CAR-T rappresentano la nuova frontiera per la medicina personalizzata nel campo dei tumori, con risultati di rilievo: si sono dimostrate in grado di assicurare tassi di remissione completa fino a circa il 50% delle leucemie linfoblastiche acute che non rispondono alle terapie convenzionali, circa il 20% del totale (si tratta del tumore più frequente in età pediatrica), tra il 40 e oltre il 50% per due linfomi non-Hodgkin molto aggressivi (anche in questo caso il dato si riferisce ai pazienti che non rispondono alle cure tradizionali) e un importante miglioramento della sopravvivenza (due anni per il 51% dei pazienti) nel mielosa. Attualmente viene studiato anche l’impiego contro altre malattie ematologiche e i tumori solidi. Le terapia con CAR-T è quindi indicata ad oggi solo per alcuni tipi di malattie e solo per pazienti con requisiti adeguati. Rappresentano un’opzione per coloro i quali non hanno ottenuto risultati con le strategie standard (chemioterapia, trapianto di cellule staminali emopoietiche): i linfociti T prelevati dal sangue del paziente vengono “armati” in modo da esprimere sulla loro superficie il recettore CAR, che li aiuta a riconoscere le cellule maligne e ucciderle, per poi essere rinfusi nel paziente stesso, garantendo un meccanismo d’azione protratto nel tempo, in grado di riattivarsi ogni volta che la malattia ricompare. Un singolo trattamento costa tra i 300 e i 500 mila euro, per questo il Sistema Sanitario Nazionale seleziona le strutture a cui affidarlo: un aspetto, quest’ultimo, che aumenta ulteriormente il prestigio del risultato ottenuto dal “Santa Croce” (solo altri tre ospedali in Piemonte sono in possesso dell’autorizzazione per le cure CAR-T).
“Questo riconoscimento non significa che inizieremo immediatamente con l’utilizzo di questa terapia, ma ora siamo autorizzati a iniziare un percorso di qualificazione. Questo è molto importante anche perché già oggi individuiamo tra i nostri pazienti quelli idonei ad essere curati con CAR-T, ma siamo costretti ad inviarli in altri centri (nel 2020 cinque sono stati dirottati a Torino, quest’anno cinque ad Alessandria, ndr)", ha spiegato il dottor Mordini. Il direttore del Centro Trapianti del “Santa Croce” ha poi illustrato alcuni dati raccolti tra il 2015 e il 2019: l’ospedale cuneese può vantare un sopravvivenza a un anno dal trapianto leggermente superiore alla media europea, pur trattando pazienti in condizioni mediamente peggiori. Il network EMBT raccoglie i dati e rilascia report, cioè definisce la performance dei vari centri: per quanto riguarda Cuneo, il 73% dei pazienti è vivo a un anno dal trattamento (la media europea è 71), ma con il trapianto autologo la percentuale sale a 97 (vs. 95%).
“Si tratta di un riconoscimento importante non solo per il nostro reparto, - ha detto il dottor Massaia - ma per tutta la struttura: non avremmo raggiunto questo traguardo se anche negli altri reparti, che lavorano a stretto contatto con noi, ci fossero livelli di assoluta eccellenza. Questo è il frutto di un percorso nato nel 1993, con l’apertura del reparto di Ematologia, cui è seguita una crescita costante negli anni. Voglio sottolineare anche l’importanza del fatto che un riconoscimento simile arrivi a Cuneo, di certo non una metropoli: non conta la grandezza della città, ma ciò che si costruisce a livello di competenze e professionalità”.