A distanza di tre anni dall'ultimo conteggio, il mese di ottobre 2024 ha visto impegnato il personale di vigilanza, coadiuvato dal servizio tecnico e da alcuni studenti nel monitoraggio della popolazione di camoscio nei due Parchi naturali gestiti dall'Ente Aree Protette delle Alpi Marittime. Ai monitoraggi fa seguito l'analisi dei dati, finalmente disponibili.
Il metodo utilizzato è quello del block count (conteggio a vista su area parcellizzata) che consiste nel conteggio degli animali osservati da operatori localizzati in postazioni fisse o in movimento su percorsi stabiliti.
In entrambi i Parchi i conteggi si sono svolti in condizioni tali da non favorire l'osservabilità degli animali: temperature miti, pressochè totale assenza di neve anche a quote elevate, giornate di brutto tempo e scarsi visibilità. Le continue piogge hanno reso diversi torrenti tanto impetuosi da impedire l'accesso ad alcune zone. Il conteggio si è quindi svolto da distanze tali da ridurre la probabilità di individuare gli animali e determinarne sesso e classe d'età (28,90% di indeterminati nel Parco Alpi Marittime, 46,16% nel Marguareis).
Queste condizioni hanno verosimilmente portato a una sottostima della popolazione di camoscio in entrambi i Parchi. Complessivamente sono stati contati 3718 camosci, 2284 nelle Marittime, 1434 nel Marguareis. Per le Alpi Marittime si tratta del numero più basso osservato dal 1983, anno di inizio del monitoraggio.
Al di là del dato del singolo anno che è sicuramente caratterizzata da una sottostima del numero effettivo, la popolazione delle Alpi Marittime ha subito un drastico calo nel 2008 a causa delle copiose nevicate dell'inverno 2008-2009 e dell'epidemia di cherato-congiuntivite, una malattia che influisce sulla vista degli animali che aveva colpito la specie in quel periodo; alla repentina diminuzione non è però seguita una altrettanto rapida ripresa.
Una diminuzione della consistenza delle popolazioni di camosci non sembra però interessare solo il Parco delle Alpi Marittime: altre aree alpine hanno infatti registrato un trend simile. Ad eccezione di eventi straordinari che possono spiegare cali repentini degli effettivi nelle aree interessate, le cause di un calo così generalizzato sono tuttora oggetto di studio.