In Italia solo 1 donna su 2 (53,5%) lavora: il tasso di occupazione femminile, differentemente da quello maschile, cala all’aumentare del numero di figli. Inoltre 3 donne su 4 (76%) in coppie con figli si dedicano ogni giorno al lavoro domestico contro poco più di un 1 su 3 uomini (36%). Questi sono alcuni dei numeri raccolti nell’approfondimento presentato negli scorsi giorni durante il seminario Qui e ora: la sfida della conciliazione dei tempi di vita. Il lavoro di analisi prende stimolo dagli Organi di indirizzo della Fondazione CRC che, nella fase di riflessione sui temi chiave da prendere in considerazione per affrontare le sfide del futuro, hanno individuato la conciliazione dei tempi di vita quale aspetto imprescindibile su cui promuovere una riflessione aperta al territorio.
La conciliazione dei tempi, infatti, ha ripercussioni di vario genere sulla possibilità di accrescere il benessere delle persone, raggiungere la parità di genere e, più in generale, sulla crescita del Paese. Per affrontare queste sfide appare centrale lo sviluppo di interventi efficaci di conciliazione vita-lavoro che, oltre a giocare un ruolo di primo piano nel sostenere la partecipazione femminile al mercato del lavoro, favoriscano la parità, garantiscano lo sviluppo economico e contribuiscano ad affrontare le grandi sfide attuali delle nostre comunità, quali i mutamenti demografici e la povertà educativa.
L’analisi, realizzata dal Laboratorio Percorsi di secondo welfare con il coordinamento dell’Ufficio Studi e Ricerche della Fondazione CRC, è ora disponibile sul sito della Fondazione nel Quaderno online Le politiche di conciliazione tra famiglia, lavoro e servizi per l’infanzia. Un’analisi del quadro attuale e delle esperienze
in corso e ripercorre le politiche per la conciliazione dal livello europeo a quello italiano, mettendo in luce gli indicatori più utili a valutare le condizioni di progresso sociale in questo ambito.
Il rapporto propone anche l’approfondimento di tre buone prassi di secondo welfare che riguardano la conciliazione e che si distinguono per aver sviluppato interventi innovativi su diversi territori. Si tratta di:
● 4e-Parent, progetto europeo di welfare aziendale sviluppato a livello nazionale che ha l’obiettivo di coinvolgere i padri nelle funzioni di cura e promuovere una maschilità accudente per favorire la parità, contrastare la violenza su donne e minori e incentivare un cambiamento culturale e politico.
● Sbrighes!, iniziativa realizzata in Provincia di Sondrio grazie al sostegno di Fondazione Cariplo per attrarre giovani e famiglie sotto i 35 anni sui Comuni dell’Ambito di Tirano, favorendo l’emersione “dal basso” dei temi di conciliazione per contrastare invecchiamento e spopolamento.
● Bi.lanciare, realizzato in provincia di Biella grazie al cofinanziamento di Fondazione Compagnia di San Paolo e Fondazione Cassa di Risparmio di Biella al fine di coinvolgere almeno donne, bambini e adolescenti in sperimentazioni volte a favorire contemporaneamente l’occupazione femminile e il contrasto alla povertà minorile.
Anche alla luce di queste positive esperienze, il rapporto individua alcune dinamiche che possono favorire lo sviluppo della conciliazione vita-lavoro e arricchire l’esperienza nei territori. In primo luogo appare centrale sviluppare una visione inclusiva della conciliazione, che permetta di superare quella tradizionale di “politiche per le donne” e di spostare il focus verso la promozione della “genitorialità responsiva”, coinvolgendo anche gli uomini e i padri nella condivisione delle responsabilità di cura e domestiche. Altro tema cruciale è l’investimento per la creazione di un’infrastruttura territoriale che coinvolga attori pubblici, privati e del
Terzo Settore per garantire la sostenibilità e la messa a sistema degli interventi di conciliazione sperimentali. Da ultimo, appare fondamentale valorizzare la multidisciplinarietà e la trasversalità, favorendo l’integrazione con altri ambiti di policy (ad esempio quello sociale, della cultura, dei trasporti e migratorio).
Ezio Raviola, presidente di Fondazione CRC: “Promuovere e sostenere una società inclusiva e sostenibile, capace di favorire la conciliazione dei tempi di vita, è un obiettivo che la Fondazione ritiene prioritario e che ha visto una forte comunione d’intenti da parte dei nostri Organi. Il rapporto che abbiamo presentato, coordinato dal nostro Ufficio Studi e ricerche e realizzato in collaborazione con uno dei più importanti enti di ricerca a livello nazionale sui temi del welfare, va nella direzione di offrire uno strumento conoscitivo solido da cui trarre spunti di innovazione utili per creare una comunità che permetta a tutti di realizzare pienamente il proprio potenziale di vita”.
Chiara Agostini, coordinatrice della ricerca: “Nel leggere le politiche di conciliazione oggi è sempre più importante domandarci se parliamo di conciliazione famiglia-lavoro o vita-lavoro. Se, come stiamo cominciando a fare già da questo report, parliamo di vita-lavoro, è importante puntare l’attenzione sulla
promozione del benessere: dei minori, delle persone anziane o non autosufficienti, ma anche dei genitori e, insieme a loro, delle persone che non hanno responsabilità di cura. Un benessere, quindi, che deriva anche dalla possibilità di ritagliarsi del tempo per se stessi, perché anche questo è un atto di cura.”
Eleonora De Stefanis, ricercatrice che ha contribuito all’analisi: “Spesso ci chiedono: ma oltre ai discorsi filosofici, in concreto perché dovrei puntare sulla conciliazione? Allora rispondo con un dato: nel 2021, il 48,3% delle donne che ha dato le dimissioni lo ha fatto perché non riusciva a conciliare la vita familiare con quella lavorativa. La stessa motivazione riguardava il 3% degli uomini. Quindi, concretamente, perché quasi una donna su due lascia la mia azienda? Cosa posso fare perché questo non accada?”.