Seconda struttura in Piemonte per numerosità di casi trattati (pur con un’équipe di soli 5 chirurghi) e prima in Italia per l’utilizzo della sala ibrida per interventi di tumore al polmone, la Chirurgia toracica dell’azienda ospedaliera S. Croce e Carle di Cuneo, hub per tutta la provincia di Cuneo, conta anche su pazienti provenienti da fuori regione. “Ho avuto la fortuna di trovare un ospedale moderno, efficiente e persone che mi hanno messo in condizioni di lavorare al meglio”, confessa Giulio Melloni, che due anni e mezzo fa lasciò il San Raffaele di Milano (meta anche di molti cuneesi) per ricoprire l’incarico di direttore della struttura a Cuneo. Una sfida vincente, come testimoniano sia i numeri sia le novità relative agli interventi: 400 interventi complessivi nel 2017, 170 di lobectomia (che è l’asportazione di un lobo del polmone) toracoscopica mini-invasiva negli ultimi due anni e mezzo (numeri aumentati in modo esponenziale, dai 24 del 2015 ai 96 del 2017).
“Gli esiti della nostra attività – aggiunge Melloni – sono in linea con quelli dei migliori centri italiani ed europei. Fino a 10/15 anni fa la lobectomia tradizionale comportava lunghi tagli con divaricazione delle coste. Oggi, la mini-invasività negli interventi complessi, riduce notevolmente il dolore nel paziente che rimane pochi giorni in ospedale e si riabilita velocemente”.
Primi in Italia, a Cuneo, i chirurghi toracici utilizzano la sala ibrida, con tac intraoperatoria, che consente di asportare, nella maggior parte dei casi, con interventi guidati,i tumori allo stadio iniziale con tecniche mini-invasive. Sempre a Cuneo sono inoltre state avviate nuove procedure: il posizionamento di protesi tracheo-bronchiale che consente al paziente con ostruzioni di respirare e la tecnica detta “EBUS-TBNA”, o broncoscopia con agoaspirato transbronchiale eco guidato.
Non solo, perché è ormai pronta una procedura di fast-track (decorso veloce) che si pone l’obiettivo di “allenare” il paziente in vista dell’intervento, attraverso attività funzionali all’operazione, quando possibile, con ritmi per garantire una preparazione efficace. Oggi, in molti casi, dopo sole 4 ore dall’estubazione si comincia l’attività di fisioterapia. Il futuro? Da novembre cominceremo a utilizzare il robot in alcuni interventi. Inoltre stiamo mettendo a punto la procedura per il trattamento, in collaborazione con gli pneumologi, dell’enfisema polmonare in stadio avanzato con tecniche chirurgiche ed endoscopiche.
“L’aspetto più importante – conclude Melloni – è il lavoro in gruppo, con molti altri specialisti, senza il contributo dei quali non potremmo fare nulla”.