È online da martedì 29 giugno sull’UNESCO-IAU Astronomical Heritage Web Portal lo studio 'Western Alpine and Grana Valley Sky Sanctuary, Italy', risultato di un lavoro di mesi condotto da un gruppo di studio costituito nel 2020 con l'obiettivo di portare la valle Grana all'attenzione dell'UNESCO. Lo studio fornisce uno sguardo complessivo sulla valle, senza trascurare gli aspetti culturali, storici, geologici, descrivendone la fauna e la flora, da un punto di vista elevato: il cielo. La conformazione della valle, corta e ripida, consente di poter contemplare il firmamento nelle stesse condizioni che si riscontrano nelle regioni remote e prive d’inquinamento luminoso del pianeta nonostante una distanza da una metropoli come Torino di meno di cento chilometri. Gli studiosi hanno calcolato che dal Rifugio Fauniera (Castelmagno) possono essere osservate a occhio nudo oltre cinquemila stelle sulla volta celeste contro le poche decine visibili dalla Pianura Padana.
Il desiderio di valorizzare un cielo dai valori di buio così eccezionali ha indotto Barbara Barberis, coordinatrice dell'Ecomuseo Terra del Castelmagno e Federico Pellegrino, appassionato astrofilo e studente di Fisica, a formare il gruppo di studio che può contare su Alberto Cora (Istituto Nazionale di Astrofisica), Arduino Rosso (storico), Stefano Macchetta (esperto botanico laureato in scienze forestali e ambientali), Stefano Melchio (geologo), Gabriele Orlandi (antropologo) e Richard Laurence Smart (Istituto Nazionale di Astrofisica). La ricerca è stata promossa dall’Ecomuseo Terra del Castelmagno, dalla Società Astronomica Italiana e dall’Associazione Astrofili Bisalta ed è stata patrocinata dal Comune di Castelmagno e dalla Comunità Montana Valle Grana, con il prezioso supporto della Regione Piemonte (la dottoressa Eliana Salvatore del Laboratorio Ecomusei e la dottoressa Natascia Giancola, referente Unesco).