La sera di ieri, 5 novembre, alzando gli occhi verso il cielo, alcuni hanno notato una fascia purpurea. Qualcuno ha immortalato il fenomeno e, specialmente nelle zone di montagna al confine con il Torinese, è stato chiaro e senza margini di equivoci: l’aurora boreale, che di solito si fa vedere solo alle alte latitudini, ha fatto visita anche al Cuneese e forse per la prima volta da centinaia di anni (l'ultimo episodio incisivo avvenne nel 1870).
Molte zone d’Italia sono state interessate dalla curiosa luce: dalle Dolomiti fino alle cime del cime del Centro. Ma nelle nazioni a nord delle Alpi è stato di portata eccezionale: le webcam dall’Austria mostravano un fascio di luce viola che illuminava a giorno il cielo e si rifletteva sulla neve delle montagne: un fenomeno spettacolare.
Le aurore “dipendono dall’interazione del vento solare (plasma di protoni ed elettroni emesso dal Sole) con il campo magnetico terrestre: le particelle, dotate di alta velocità, si avvolgono spiralizzando attorno alle linee di forza del campo riflettendosi nelle regioni polari dove l’intensità di questo è maggiore e le linee di forza tendono a convergere”, spiega l’enciclopedia Treccani. La luce aurorale è emessa dagli atomi e dalle molecole dell’alta atmosfera eccitati nelle collisioni con le particelle del vento solare. La frequenza delle aurore visibili e l’estensione dell’ovale aurorale dipendono dall’attività solare: “L’ovale aurorale si estende nella regione dove sono radicate le linee di forza del campo magnetico terrestre e gli ondeggiamenti sono provocati dalle variazioni dei campi elettromagnetici agenti sugli elettroni”. Il fenomeno si verifica anche in su altri pianeti: le sonde spaziali Voyager hanno rivelato che ci sono anche su Giove e Urano.