Catture di cinghiali, attività sperimentali per la prevenzione danni alle colture e raccolta dati. Sono le attività del personale delle Aree Protette Alpi Marittime per contribuire alla gestione del cinghiale anche in questo periodo di limitazioni previste per il contenimento dell’emergenza sanitaria.
È un momento decisivo per l’annata agraria e l'Ente sta facendo il prelievo di animali per il controllo numerico della popolazione con gabbie di cattura, foraggiate e monitorate quotidianamente. Un lavoro che i guardiaparco e i tecnici delle Aree protette Alpi Marittime svolgono con la collaborazione degli agricoltori e in accordo con la Provincia di Cuneo. I prelievi di animali sono in corso nella Riserva naturale Crava Morozzo e nei parchi delle Alpi Marittime e del Marguareis. I capi catturati nel 2020, sono una ventina.
“L’Ente dal 2018 si è dotato di un Piano di gestione del cinghiale fino al 2022 – spiega il consigliere Franco Parola con delega alla conservazione e gestione ambientale – perché ha la consapevolezza che anche nelle aree protette è necessario tutelare l’agricoltura le cui attività sono rilevanti sia dal punto di vista socioeconomico sia per la biodiversità”.
Il ruolo delle Aree protette è di contribuire al contenimento della specie e anche di sperimentare sistemi di protezione delle colture. Per la prevenzione stanno dando buoni risultati le recinzioni elettrificate - come quelle utilizzate per la prevenzione degli attacchi da lupo negli alpeggi - concesse in comodato d’uso ad alcuni agricoltori del territorio dei parchi e delle riserve.
La buona gestione del cinghiale nelle aree protette non può prescindere anche da dai dati provenienti dall’osservazione sul campo. Oltre raccolta di segni di presenza diretta e indiretta, negli ultimi anni il monitoraggio svolto dall’Ente si avvale anche di trappole fotografiche. Apparecchiature che consentono di ottenere preziose informazioni sulla composizione e struttura di popolazione dei cinghiali utili al miglioramento della gestione della specie.