Nel Salone polivalente “Aurelia Della Torre”, alla presenza di S.E. il Prefetto Fabrizia Triolo, delle Forze dell’Ordine provinciali, dei Sindaci, della Camera di Commercio, dei dirigenti delle Ascom territoriali e dei referenti delle federazioni rappresentate, si è tenuta oggi la decima edizione di “Legalità ci piace”, occasione nella quale porre al centro dell’attenzione le problematiche legate al fenomeno dell’illegalità e dell’abusivismo.
All’apertura dei lavori da parte di Marco Manfrinato, segretario generale di Confcommercio-Imprese per l’Italia-della provincia di Cuneo ed il saluto del Presidente Luca Chiapella, è seguito il collegamento con la sede nazionale di Confcommercio con l’illustrazione dell’indagine confederale sull’usura da parte di Mariano Bella, direttore dell’Ufficio Studi Confcommercio, l’intervista ad imprenditore vittima di usura, l’intervento di Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio.
Il Comandante regionale della Guardia di Finanza dell’Emilia-Romagna, Ivano Maccani, è intervenuto sulle iniziative a tutela del made in Italy della legalità economica; sono seguite le conclusioni da parte del Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. In chiusura è stato consegnato il premio di Confcommercio “Legalità, ci piace!” al Gen. Pasquale Angelosanto, comandante del Raggruppamento operativo speciale dell'Arma dei Carabinieri, per l’attività svolta contro la criminalità e i fenomeni illegali e che ha recentemente arrestato il super latitante Matteo Messina Denaro.
Quest’anno in particolare si è posta l’attenzione sugli effetti provocati dai fenomeni pericolosi di criminalità quali l’usura ed i tentativi di infiltrazione della criminalità nel tessuto economico.
“Con l’emergenza sanitaria - afferma Luca Chiapella, presidente di Confcommercio-Imprese per l’Italia-della provincia di Cuneo - ed il conflitto russo-ucraino, il credito ha assunto un ruolo cruciale per assicurare la necessaria liquidità alle imprese, private delle loro entrate o comunque investite da shock imponenti sulla loro attività economica; il bisogno di liquidità ed il rischio usura sono diventati quindi oggetto di indagini serie”.
Su questo tema sono state affidate da Confcommercio a istituti di ricerca qualificati periodiche indagini campionarie nazionali, rivolte alle imprese rappresentate e finalizzate a far emergere quelle situazioni “grigie” che difficilmente vengono esplicitate chiaramente, nonché le condizioni che determinano l’esposizione al rischio usura, nel quale la liquidità è il discrimine tra mantenere l’attività delle imprese o chiuderla. Sono infatti le imprese che non hanno ricevuto pieno soddisfacimento della propria richiesta di credito quelle sulle quali è stata calcolata, dall’Ufficio Studi, la platea di attività “potenzialmente” esposte al rischio chiusura.
I fenomeni illegali - contraffazione, abusivismo, pirateria, estorsioni, usura, infiltrazioni della criminalità organizzata, furti, rapine, taccheggio, corruzione - alterano la concorrenza, comportano la perdita di fiducia degli operatori e la diminuzione degli investimenti. Questi fenomeni impattano pesantemente sul sistema economico-sociale, fanno chiudere le imprese oneste, fanno perdere posti di lavoro, non tutelano i consumatori, riducono la sicurezza pubblica e naturalmente alimentano la criminalità organizzata.
“È necessario - conclude Chiapella - supportare il delicato e sofferto percorso di denuncia da parte delle vittime di racket e usura, incentivando i progetti di partenariato fra associazioni anti racket e usura riconosciute, attraverso l’iscrizione ad appositi albi prefettizi, e le associazioni di categoria, per ottimizzare le sinergie fra l’esperienza e la professionalità delle associazioni anti racket ed anti usura e la capillarità e la vicinanza al sistema imprenditoriale delle organizzazioni datoriali”.