Si è tenuta domenica 2 ottobre l’inaugurazione dell’opera My Heritage, realizzata a Limone Piemonte dall’artista Alice Visentin. Il progetto, che ha preso vita grazie al contributo del Bando Distruzione della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, è promosso dal Comune di Limone Piemonte con l’organizzazione di Art.ur, la curatela di a.titolo e Andrea Lerda.
Su invito di una commissione scientifica presieduta da Carolyn Christov-Bakargiev, direttrice del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Alice Visentin ha sviluppato un progetto che ha portato alla realizzazione di un’opera composta da circa sessanta elementi di ceramica dipinta, che si estendono lungo quasi tutto il muro in cemento che costeggia un lato di piazza San Sebastiano.
L’intervento ha trasformato questo elemento di cemento, dall’estetica poco gradevole, in una presenza artistica multicolor che rigenera lo spazio urbano attivando importanti riflessioni sul piano storico, sociale e ambientale. My Heritage è nato dal dialogo con la comunità locale e in relazione all’eredità di questo luogo, diventato un luogo simbolo della crisi ambientale generata dai cambiamenti climatici in seguito alla tempesta Alex che ha interessato le Valli Vermenagna e Roya il 2 ottobra 2020. L’opera, realizzata in collaborazione con il ceramista Roberto Perino di La Castellamonte, è un racconto che si sviluppa attorno al concetto di eredità, a partire dalla storia di Limone, in un altalenarsi di riferimenti al passato, al presente e al futuro. Per quest’opera Alice Visentin ha scelto di rileggere un capitolo della storia locale che vede protagoniste le sei giovanissime sciatrici di Limone che negli anni ‘50 entrarono nella nazionale italiana di sci nordico e che, nonostante avessero conquistato numerosi podi di gare nazionali e internazionali, non ebbero la possibilità di partecipare ai Campionati Mondiali del 1958 e alle Olimpiadi del 1960 per il mancato supporto della FISI, che per carenza di fondi, preferì sostenere la squadra maschile di discesa.
A partire da questa storica vicenda, e a fronte del perdurare, nella società contemporanea della devalutazione delle capacità e delle ambizioni femminili, il progetto My Heritage è un omaggio a quelle donne e alla loro storia, e insieme, una riflessione sul corpo, inteso come strumento di emancipazione culturale e sociale e come misura di un equilibrio con l’ambiente. Oltre a consultare documenti d’archivio, l’artista ha approfondito la sua ricerca con l’incontro e la testimonianza diretta di Caterina Tosello ed Elisabetta Bellone, le uniche tra quelle sciatrici ancora in vita, e di altre donne di età diverse con cui Visentin ha dialogato.
Nel riattualizzare l’eredità delle sciatrici di Limone, in un luogo simbolo dell’emergenza climatica che sta alterando in maniera sempre più evidente la stabilità dei territori montani, con My Heritage l’artista ci invita a leggere al femminile il rapporto tra il paesaggio e il corpo, inteso come luogo di un esercizio e di una ricerca di equilibrio piuttosto che come una sfida, con un approccio che concorre, in modo sempre più evidente, all’attuale progressiva catastrofe ambientale. La scelta di declinare in chiave personale il concetto di eredità richiama un atteggiamento di responsabilità individuale e condivisa, ma evoca anche la storia della famiglia paterna dell’artista, costretta ad abbandonare il proprio paese per la devastante alluvione del Polesine del 1951, e mai più tornata in Veneto.
In occasione dell’inaugurazione, il sindaco di Limone Piemonte, Massimo Riberi, ha dichiarato: “Siamo orgogliosi che il nostro paese possa fregiarsi di quest’opera, che offre un nuovo volto al muraglione in cemento di Piazza San Sebastiano e che ha ricevuto gli apprezzamenti della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo. Un intervento promosso da questa Amministrazione nell’ottica di riqualificare attraverso l’arte una piazza del centro storico fortemente colpita dagli eventi alluvionali dell’ottobre 2020. Ringrazio la Fondazione CRC per aver sostenuto il nostro progetto, l’Associazione Artur per il coordinamento e la gestione organizzativa e l’artista Alice Visentin per aver saputo interpretare, con il suo talento creativo, un capitolo molto importante della storia dello sci limonese, mettendo al centro della sua opera le nostre sei campionesse del fondo protagoniste del panorama sportivo degli Anni Cinquanta”.
“A 17 anni facevo l’assistente in un laboratorio ceramico in un paesino di campagna - ci racconta l’artista - amavo molto l’atmosfera che si creava attorno alla costruzione e alla decorazione degli oggetti artigianali come piccoli angioletti, piatti e grandi stufe. Mi sono trasferita per frequentare l’università in città ed ho passato anni a perfezionare la tecnica della pittura. Molti dei miei dipinti si riferiscono a dei ricordi di atmosfere sospese e momenti comuni di meraviglia. Altri invece sono delle narrazioni di micro o macro storie che si intrecciano. Per questo progetto ho voluto avvicinarmi di nuovo alla tecnica della ceramica più legata al mondo dell’artigianato. La lineare e bidimensionale fisicità delle forme in ceramica colorata mi ha dato la possibilità di lavorare al contempo su di una scala personale e universale. Per diversi mesi ho disegnato storie locali legate alla comunità che mi sono state raccontate da un gruppo di donne limonesi. La rappresentazione quasi grafica di oggetti e corpi che compiono semplici movimenti e gesti è per me un dare per dare al pubblico qualcosa di bello e duraturo”.
Il vice presidente della Fondazione CRC Enrico Collidà ha aggiunto: “L’opera di Alice Visentin, artista molto giovane e già da tempo conosciuta dalla Fondazione CRC, offre un’originale e stimolante lettura di due temi particolarmente importanti per il nostro tempo: il protagonismo femminile, attraverso una rilettura delle vicende di alcune giovani sportive limonesi, e la sostenibilità, in un momento in cui la crisi ambientale spinge tutti noi ad agire e trovare soluzioni innovative per il futuro. Grazie al Bando Distruzione, giunto ormai alla quarta edizione, un luogo simbolo degli eventi tragici che due anni fa hanno colpito Limone Piemonte e la nostra provincia riprende vita e offre bellezza: un esempio del potere generativo che l’arte e la cultura possono avere per le nostre comunità”.
L’opera è stata dedicata alla curatrice di a.titolo Luisa Perlo, scomparsa durante la realizzazione dell’opera a cui ha lavorato con dedizione sino alla fine.