L’inverno appena trascorso non si è comportato da inverno: le precipitazioni sono state scarse, le giornate spesso soleggiate e miti, e frequenti
gli episodi di föhn. I dati meteorologici descrivono un quadro allarmante: secondo quelli elaborati dall’Arpa Piemonte, la stagione invernale appena
trascorsa è stata tra le più anomale. La terza più calda e la terza più secca degli ultimi 65 anni nella nostra regione. L’analisi dell’Arpa descrive la causa di questa anomalia: “La presenza, quasi ininterrotta durante gli ultimi tre mesi, di un blocco di alta pressione sulle isole Britanniche il quale, di fatto, ha impedito alle umide perturbazioni atlantiche di muoversi verso l’Europa meridionale ed in particolare sull’Italia settentrionale”.
Anche nel territorio cuneese il deficit precipitativo è stato eccezionale: tra il primo dicembre 2021 e il primo marzo 2022 - periodo corrispondente all’inverno meteorologico - a Cuneo Cascina Vecchia sono stati misurati solamente 19,9 mm di pioggia. Un quantitativo di precipitazioni appena superiore ad un decimo di quelle che sarebbero dovute scendere in media. E non va meglio in pianura. A Centallo, per lo stesso lasso di tempo, la banca dati Agrometeo registra appena 12,2 mm accumulati. Le ricorrenti giornate di föhn hanno fatto il resto, prosciugando ulteriormente il terdreno e favorendo gli incendi boschivi. Le conseguenze per il suolo sono notevoli.
Le analisi dell’Arpa, relative alla siccità agricola, tramite il PDSI (Palmer Drought Severity Index) - che “fornisce una stima di quanto un suolo si discosti dalle sue disponibilità idriche - descrivono una condizione “moderatamente secca” per il mese di febbraio nella zona di Lagnasco. Indice che potrebbe rivelarsi ben più preoccupante a marzo, in virtù delle scarsissime precipitazioni riscontrate anche in questo mese. L’acqua, si sa, è un bene fondamentale. Oltre ad essere indispensabile alle attività umane, è vita per i fiumi, linfa per i prati, verde per le montagne.
Eppure viaggiando per i nostri luoghi sembra di essere piombati in un deserto: dopo un’estate particolarmente siccitosa, anche l’inverno sta proponendo scenari desolanti. La natura è in sofferenza, gialli sono i prati e spoglie di neve le Alpi. I fiumi e i laghi in una permanente condizione di magra. Purtroppo le prospettive future non sono incoraggianti. I modelli meteorologici non mostrano alcuno sblocco sostanziale della situazione. Il centro di calcolo americano AccuWeather prevede, per l’Europa meridionale e occidentale, una primavera decisamente secca. Nonostante sia bene prendere queste previsioni “con le pinze”, è opportuno riflettere sulla portata del cambiamento climatico in atto, il quale si sta dimostrando ben lungi dall’essere estraneo alle nostre vite. La consapevolezza di questa realtà può essere un primo passo per dirigerci verso comportamenti più virtuosi, che tengano conto del valore inestimabile delle risorse idriche del pianeta Terra.