Si è svolta stamattina la presentazione del "Rendiconto nivometrico 2022-2023 in Piemonte e Valle d'Aosta: le evoluzioni previsionali e i dati raccolti in 40 anni di AINEVA”. Ha aperto i lavori il direttore generale di Arpa Piemonte Secondo Barbero: "Il rendiconto nivometrico è un appuntamento annuale importante per far conoscere l'evoluzione della montagna dal punto di vista dell'innevamento, della stabilità del manto nevoso, delle temperature montane e degli incidenti che purtroppo sono ancora numerosi nelle Alpi piemontesi. La variabilità dei fenomeni meteorologici è superiore rispetto al passato e le valutazioni sono più complesse. Lo studio di tutte le componenti che influenzano l'inverno montano è sempre più importante per conoscere i pericoli e migliorare la le capacità di valutare i rischi".
Dopo i saluti istituzionali del vice presidente della Regione Piemonte Fabio Carosso e dell’assessore alla Protezione Civile Marco Gabusi, ha preso la parola Luca Mercalli, presidente della Società Meteorologica Italiana: "Il bilancio nivometrico e climatico dell'annata 2022-2023 è purtroppo negativo: scarso innevamento, temperature elevate, ingenti perdite di massa dei nostri ghiacciai, sintomi inequivocabili del riscaldamento globale. Ma c'è un bilancio molto positivo dal punto di vista della collaborazione tra enti e istituzioni che si occupano di misurare e diffondere i dati meteonivometrici nel nord-ovest italiano: la cooperazione ci rende più efficaci nel capire i fenomeni e gestire la sicurezza dei fruitori della montagna".
I dati
Per il Piemonte il 2022-203 è stato un altro inverno vicino ai primati negativi della stagione precedente. Per la sommatoria di neve fresca da novembre a maggio è stata registrata una carenza significativa, arrivando al terzo posto tra le più "gravi" degli ultimi sessant’anni, con valori di deficit rispetto alla media del -40-50% in tutti i settori alpini regionali, a tutte le quote, con punte superiori al -60% di neve fresca in meno sulla stagione.
Per quanto riguarda le precipitazioni, sull'intera regione, l’inverno è stato poco piovoso rispetto alla media, con una precipitazione media di 111.7 mm, ed un deficit di 34.9 mm (pari al 24%) rispetto al periodo 1991-2020, ma con una primavera che è stata più piovosa rispetto alla media, con una precipitazione media di 329.3 mm e un surplus di 34.6 mm (pari al 12%).
Il mese di maggio ha regalato abbondanti precipitazioni interrompendo e colmando in buona parte il deficit idrico portato dal lungo periodo di siccità che perdurava da più di un anno. Anche per quanto riguarda le temperature l’inverno 2022-2023 è stato sul Piemonte il 9° più caldo degli ultimi 65 anni, con una anomalia positiva di temperatura media di +1.1°C. Le precipitazioni nevose contenute hanno influenzato il grado di pericolo valanghe su tutti i settori dell'arco alpino piemontese che ha visto principalmente i gradi 1-Debole e 2-Moderato sia alle quote più elevate che a quelle inferiori. Pochi gli episodi in cui è stato raggiunto il grado 4-Forte e solo alle quote più elevate in particolare dei settori occidentali e meridionali nei mesi di gennaio e a cavallo tra febbraio e marzo.
La stagione invernale 2022-23 è stata caratterizzata da un numero rilevante di incidenti in valanga: in Piemonte e Valle d’Aosta sono stati complessivamente registrati ventiquattro incidenti con nove vittime. Solo in Piemonte gli incidenti in valanga sono stati nove, tre in più rispetto alla media degli ultimi quarant’anni. Il totale delle persone travolte ammonta a trentadue di cui ventiquattro sono rimaste illese, sette ferite e una deceduta: il problema valanghivo più ricorrente è stato ancora una volta quello della neve ventata.
Quattro incidenti sono avvenuti quando il grado di pericolo era 2-Moderato e cinque incidenti sono avvenuti in corrispondenza del 3-Marcato. Gli incidenti sono avvenuti per la maggior parte a quote medie (ovvero comprese tra 2000 m e 2500 m) e a quote medio-elevate (tra 2500 m e 3000 m). Non sono stati registrati incidenti sotto i 2000 m mentre un solo caso su nove è avvenuto sopra i 3000 m di quota. Fatta eccezione per un incidente (avvenuto in fuoripista), la quasi totalità ha interessato scialpinisti: di questi sei casi su otto in salita (un caso a piedi e con gli sci sullo zaino) e due casi su otto in discesa.