Ventidue soci fondatori che arrivano dall’“aristocrazia industriale” della Granda, quattro soci partecipanti, una dotazione iniziale di 1,3 milioni di euro: sono i numeri con cui si presenta la Fondazione Industriali promossa da Confindustria Cuneo.
“L’idea nasce a Cuneo ed è un ‘unicum’” spiega Giuliana Cirio, direttore di Confindustria e presidente del neonato CdA della Fondazione: “Esistono molte fondazioni e ne stanno nascendo sempre di più, ma questa è la prima in Italia costituita da imprenditori e che ha la sua leva nelle opportunità lavorative piuttosto che nelle donazioni”. Una formula inedita per un ente del terzo settore, che Cirio sintetizza così: “Un afflato sociale, ma un metodo imprenditoriale”. In cima alle priorità c’è l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, insieme alla responsabilità sociale, ai progetti per le nuove formazioni, alla parità e alla cultura d’impresa.
La Fondazione Industriali guarda a chi ha più difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro: immigrati, detenuti ed ex detenuti, donne che il lavoro hanno dovuto lasciarlo o che vorrebbero essere autonome ma non possono. Il loro problema, dice la dirigente confindustriale, “spesso è un problema di mancato dialogo tra enti che si occupano ognuno di un pezzo del mondo del lavoro e non parlano la stessa lingua”. Può essere la difficoltà a trovare un contratto d’affitto per una casa, un mezzo per andare a lavorare, oppure l’incapacità di districarsi tra gli infiniti meandri della burocrazia, per compilare una domanda d’invalidità o richiedere forme di assistenza a cui si avrebbe diritto: “Sono persone lasciate a loro stesse in un momento in cui lo Stato non riesce ad inserirle effettivamente nella società”.
Per questo l’obiettivo è unire donazioni e “buona volontà” per dare risposte a tutto ciò di cui “non è giusto si occupino le aziende, non è pensabile possa occuparsi lo Stato”. Si comincerà con un’analisi dei fabbisogni tra le aziende per comprendere quali siano le aree su cui intervenire, spiega la responsabile progetti Stefania Bergia: “Partiremo subito con un confronto e una collaborazione col provveditorato alle carceri e con il Sermig per l’Arsenale del lavoro. Una delle prime iniziative legate alla parità sarà insieme a Generazione Stem. Inizieremo con piccoli progetti già cantierati, per poi ampliare gli orizzonti con progetti di più ampio respiro, soprattutto legati all’immigrazione”.
Le modalità di finanziamento dei progetti saranno esterne: bandi indetti da fondazioni bancarie, bandi europei e nazionali, conferimenti dei soci e donazioni specifiche. “Tanti imprenditori vogliono contribuire, anche per progetti che servano alle loro aziende” assicura Giuliana Cirio, che aggiunge: “Confindustria Cuneo è socio promotore, ma questa fondazione sarà del tutto autonoma”. “Non possiamo dirigere il vento, ma orientare le vele e tenere forte la mano sul timone: questo è l’obiettivo della fondazione, basata sul ‘lavoro buono’” conclude Mariano Costamagna, presidente degli industriali cuneesi.
In consiglio di amministrazione, insieme a loro, siedono Valentina Dogliani, Alessandro Gino, Paolo Giuggia, Giuseppe Miroglio, Roberto Rolfo, Matteo Rossi Sebaste e Serena Tosa. L’organo di controllo è costituito da Gianmarco Genta e Daniele Robaldo, il team da Stefania Bergia (responsabile progetti), Francesca Martino (responsabile comunicazione), Giorgia Tortone (segreteria).