Tempo di esami per gli aspiranti “trifolao” che intendono praticare l’attività di ricerca e raccolta dei tartufi soprattutto nell’area di Langhe e Roero (tartufo bianco), ma anche per altre specie nel Monregalese e su tutto il territorio cuneese lungo la fascia pedemontana. Si stanno svolgendo in questi giorni, nel palazzo della Provincia a Cuneo, le selezioni per l’accertametneo dell’idoneità affidate ai tecnici del Ufficio Tartuficoltura e delle due associazioni dei tartuficoltori della Granda. Ogni anno circa 100 candidati, tra i quali anche alcune donne, affrontano gli esami (quattro sessioni) e sono circa 2 mila i tesserini rilasciati dalla Provincia di Cuneo per la raccolta dei tartufi. L’ente organizza gli esami sulla base della normativa regionale per la ricerca e la raccolta nelle “zone libere”, da cui sono esentati i raccoglitori di tartufi sui fondi di loro proprietà o comunque da essi condotti o coloro che sono già muniti di abilitazione rilasciata da altre amministrazioni regionali o provinciali. Al superamento dell’esame di idoneità si ottiene il “tesserino” che è valido per 10 anni rinnovabili e che attesta il possesso dell’abilitazione alla raccolta dei tartufi su tutto il territorio nazionale. La durata del tesserino (dal 1° gennaio al 31 dicembre) è subordinata al versamento annuale della tassa di concessione regionale (140 euro) da effettuarsi entro il 30 aprile alla Regione Piemonte. Oltre al regime della “zona libera”, la raccolta del tartufo può essere esercita anche in regime di “zona autorizzata” , dove cioè la raccolta è riservata agli autorizzati che possono accedere sia a tartufaie controllate (cioè create a partire da un bosco naturale per aumentarne la produzione di tartufi), sia a tartufaie coltivate (cioè create con piante micolizzate). La Provincia, tramite i suoi agenti di Polizia faunistica, svolge anche funzioni di controllo sui tesserini, sulle modalità di ricerca e raccolta, lavorazione e commercializzazione dei tartufi. Sono previste pesanti sanzioni amministrative per le violazioni delle norme in materia.
Infine, la Provincia di Cuneo fa parte della Consulta regionale per la valorizzazione del patrimonio tartufigeno che prevede, tra le altre cose, il riconoscimento di un premio per ogni pianta tartufigena messa a dimora. L’importanza del tartufo è evidenziata dall’indotto di numerosi raccoglitori e imprese di trasformazione e di commercializzazione del prodotto, che sovente viene esportato; inoltre sono sempre più diffuse sul territorio le iniziative legate a manifestazioni commerciali ed enogastronomiche pubblicizzanti il prodotto. La Regione Piemonte, per tutelare il patrimonio tartuficolo, ha emanato delle norme tra le quali la legge regionale 16/08 del 25 giugno 2008 “Norme in materia di raccolta e coltivazione dei tartufi e di valorizzazione del patrimonio tartufigeno regionale” integrata da successive modificazioni.