CUNEO - Nuova proroga per il Progetto Pilota sul tumore al polmone

Partito a dicembre 2019, l’arruolamento di 600 pazienti doveva terminare a fine gennaio 2021

Francesca Morelli 25/11/2020 06:55

 
Complice la pandemia, è slittata di oltre 6-9 mesi, dopo una prima proroga di 6 mesi, la chiusura del “Progetto Pilota per un programma di screening integrato con la cessazione del fumo”. Iniziativa cui ha aderito il CPO Piemonte, Centro  di Riferimento per l’Epidemiologia e la Prevenzione Oncologica, con sede a Torino, insieme a altre 3 citta: Firenze, Pisa e Milano. Partito a dicembre 2019, l’arruolamento di 600 pazienti doveva terminare a fine gennaio 2021 ma la proroga, già approvata dal CCM, Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie del Ministero della Salute, si è resa inevitabile vista la chiusura forzata degli ambulatori dedicati. 
 
Il Progetto. È dedicato alla prevenzione e diagnosi precoce del tumore del polmone, di cui sono attesi secondo i dati diffusi da AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica), 41 mila nuovi casi nel 2020: 27.550 fra gli uomini e 13.300 fra le donne, di cui circa 3.450 solo in Piemonte e 1.400 a Torino e provincia. Numeri che posizionano il tumore del polmone, al secondo posto per frequenza nei maschi (14%, dopo il tumore della prostata) e al terzo fra le donne (7%, dopo i tumori del seno e colon-retto) con una probabilità di manifestarsi nell’arco della vita in 1 uomo su 10 e in 1 una donna su 35. Lo studio, della durata di 2 anni, intende reclutare fra la popolazione a rischio, i fumatori, 600 pazienti totali, da sottoporre a un programma di screening e prevenzione mirato: l’esecuzione di due TAC polmonari, una all’ingresso dello studio e la seconda a distanza di un anno e se necessario a indagini di approfondimento, un monitoraggio con controlli e follow-up calendarizzati e l’inclusione in un percorso di disassuefazione al fumo in centri antifumo piemontesi.
 
La prevenzione individuale. Abolire il fumo: attivo cioè di sigaretta, passivo, quello che si respira dal vicino e di terza mano che si deposita su suppellettili, mobili, abiti, mani e che continua a diffondere la sua azione nociva sulla salute. È  questa la prima mossa, la più efficace, per dare scacco al tumore del polmone, allontanando il rischio di insorgenza. Esperti e studi scientifici attestano, infatti, un rapporto stretto di causa e effetto fra questi due fattor (fumo e malattia): quanto più si è fumato o respirato fumo nella vita, quanto maggiore è il numero di sigarette accese nella stessa giornata e quanto più è protratta negli anni l’abitudine tabagica, tanto più elevato è il rischio di potersi ammalare di tumore al polmone. Un rischio che, in numeri, è 14 volte per il fumatore rispetto ai non fumatori, e fino a 20 volte maggiore se si fuma più di un pacchetto di sigarette al giorno. Nel caso si rientri in questo profilo di rischio, qualunque sia l’intensità di sigarette fumate e di anni, meglio approfittare di iniziative e progetti come questo la cui efficacia è confermata anche da diversi studi clinici. 
 
La prevenzione primaria. Ovvero l’adesione a programmi di screening con specifici esami per patologia, fascia di età o livello di rischio è il secondo caposaldo per contrastare o rilevare in forma molto iniziale la malattia, a vantaggio di più opzioni di cura e di noma di maggiore efficacia. Programmi che hanno dato risultati positivi anche per il tumore del polmone, come attestano i dati di studi internazionali fra cui il National Lung Screening Trial (NLST) statunitense;  il NELSON, li più importante trial randomizzato europeo e tre studi italiani, il toscano ITALUNG (Italian Lung Cancer Screening Trial), il DANTE (Diagnostica Avanzata per lo screening delle Neoplasie polmonari) avviato a Milano, il MILD per la Diagnosi Precoce del Tumore Polmonare dell’Istituto Tumori di Milano. Tutti hanno evidenziato l'efficacia della TAC  spirale a bassa dose nel ridurre la mortalità per tumore polmonare fra il 20 e il 40%, ma anche la necessità di identificare strategie mirate alla selezione e intercettazione della popolazione a rischio e che, dunque potrebbe ricevere il maggior beneficio da questi programmi di screening, le modalità di approccio, il percorso organizzativo, i protocolli diagnostici, le migliori strutture in cui attuare i programmi.
 
Ulteriori potenziali fattori di rischio. Non solo fumo; eventuali altri fattori di esposizione al tumore al polmone includono un rischio professionale associato a agenti tossici (cancerogeni chimici) come l'amianto (asbesto), il radon, i metalli pesanti tra cui cromo, uranio e nichel; rischi ambientali, principalmente l'inquinamento atmosferico; un rischio individuale dovuto0 alla famigliarità con la malattia, specie se si manifestata in  genitori o in fratelli e sorelle, a precedenti malattie polmonari o a trattamenti di radioterapia ai polmoni. Tuttavia ci sono buone notizie: le informazioni e conoscenze sempre più approfondite sulle cause e  i meccanismi molecolare che favoriscono lo sviluppo del cancro del polmone, come i geni oncosoppressori che "tengono a bada" il tumore o gli oncogeni che invece stimolano l’insorgenza, stanno consentendo di realizzare  terapie sempre più precise e personalizzate cui si legano speranze e attesa di scienza, medicina e pazienti. Per ulteriori informazioni sul progetto: https://www.cpo.it/en/chi-siamo/attivita/show/112747/.
 

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