È disponibile online, sul sito della Fondazione CRC, la ricerca Open your data. L’importanza dei dati territoriali nelle strategie di innovazione, che restituisce quanto emerso dallo studio condotto tra gennaio e ottobre 2021 dal Consorzio TOP-IX e dalla Fondazione Openpolis in collaborazione con il Centro Studi e Innovazione della Fondazione CRC.
Il lavoro ha prodotto una mappatura della presenza di banche dati pubbliche di diversi soggetti (nazionali e locali, pubblici e privati) presenti sul territorio e ha raccolto numerose evidenze circa la consapevolezza degli utenti in merito alle loro potenzialità. Attraverso un questionario e alcune interviste con soggetti e istituzioni rappresentative del panorama locale sono state raccolte informazioni sull’effettivo utilizzo di basi dati pubbliche, sulla frequenza della loro raccolta e sistematizzazione da parte degli enti proprietari e sulle necessità dello sviluppo di strategie innovative per una loro gestione virtuosa.
I PRINCIPALI RISULTATI
Con oltre 2900 fonti di dati mappati, più di 100 soggetti censiti, quasi 400 rilevazioni anonime dal questionario e 19 interviste, la ricerca rappresenta una finestra di osservazione puntuale e unica su come il territorio in oggetto, i cittadini, le istituzioni ed il tessuto produttivo stanno interpretando, reagendo e cogliendo le
opportunità connesse alla “rivoluzione dei dati” in atto. Dalla ricerca emergono una serie di importanti indicazioni sulla centralità della cultura del dato. Primo, si rileva una scarsa capacità tecnica dell’utilizzo dei dati disponibili in formato open, fattore che influenza la bassa frequenza di accesso, visibile in tutte le fasce d’età della popolazione. Secondo, la disponibilità dei dati è fortemente associata al principio di trasparenza e alla necessità di efficientare il sistema di servizi. Terzo, tra le tematiche sulle quali è più sentita la necessità di basi informative pubbliche si segnalano il turismo, la mobilità, le tematiche sanitare ed epidemiologiche. Quarto, dal confronto con gli enti istituzionali locali emerge a gran forza il bisogno di maggiori competenze in materia di cultura del dato, di software di analisi dati, di sistemi di gestione e coordinamento delle informazioni raccolte a livello sovracomunale.
Il lavoro termina con la definizione di un Vademecum operativo rivolto al territorio per sviluppare la conoscenza, la gestione e la valorizzazione dei dati open (e non), per monitorarne lo stato di avanzamento nel tempo e cogliere opportunità di azioni a livello locale, regionale, nazionale ed europeo. Tra questi, una
maggiore sensibilizzazione della classe dirigente alla cultura del dato, l’inserimento di figure tecnicamente preparate alla gestione di basi dati e una più stretta collaborazione tra enti, pubblici e privati, per condividere buone pratiche e permettere una più ampia fruizione da parte sia della cittadinanza sia delle forze produttive della provincia.
“Affidarsi ai dati per costruire iniziative, pubbliche o private, significa adottare un approccio chiaro e coerente. L’importanza dei dati e della loro condivisione è sempre più un tema centrale nelle strategie di sviluppo, come si può vedere dal crescente ruolo della valutazione dei progetti e delle politiche pubbliche, a partire dal PNRR” afferma Ezio Raviola, Vice Presidente della Fondazione CRC. “Mi auguro che questa ricerca possa servire da volano per buone pratiche, private e pubbliche, di sviluppo locale basate sui moderni sistemi di analisi della realtà che ci circonda”.
Sulla scorta dei risultati emersi dalla ricerca e delle interlocuzioni tenute con gli attori locali interessati a questi temi, il CdA della Fondazione CRC ha deliberato l’avvio, nei prossimi mesi, di un laboratorio di innovazione dedicato alla cultura del dato. L’obiettivo di questa nuova iniziativa è diffondere le buone pratiche già esistenti nel settore pubblico e privato, per contestualizzarle e renderle applicabili a livello locale.