“Ho fatto tanti incontri di questo tipo nella mia vita, ma ogni volta mi emoziona provare ad accendere la curiosità e l'interesse dei più giovani. E' importantissimo che continuino ad essere stimolati dalla voglia di ricercare cose ed esperienze nuove: è questo istinto che spinge il progresso. I giovani devono continuare a sognare, per loro stessi e per il futuro del mondo. L'importante non è mai quello che si fa, ma come lo si fa: qualunque mestiere diventa importantissimo se lo si fa con passione, non solo l'astronauta”. Questo il messaggio fondamentale, questo il “cuore” di quanto l'astronauta Paolo Nespoli ha voluto esprimere nella mattinata di oggi, venerdì 20 settembre, presso il palazzetto dello Sport di San Rocco Castagneretta, in occasione di “Un giorno da astronauta”, evento organizzato dalla Fondazione CRC cui hanno partecipato più di 3 mila studenti delle scuole superiori cuneesi.
Milanese, classe 1957, ingegnere ed ex militare, Nespoli, dopo essere stato assunto dall'Agenzia Spaziale Europea nel 1991, ha preso parte a tre missioni sulla Stazione Spaziale Internazionale, l'ultima nel 2017, restando nello spazio per un tempo totale di 313 giorni, 2 ore e 36 minuti. L'incontro di stamattina era organizzato nell'ambito delle celebrazioni per il cinquantesimo anniversario dello sbarco dell'uomo sulla luna: la mostra “Destinazione Luna”, allestita nello Spazio Innov@zione di via Roma e parte della medesima rassegna di eventi, ha accolto in questi mesi più di 10 mila visitatori. Al Pala Ubi Banca hanno aperto la mattinata i saluti del presidente della Fondazione CRC Giandomenico Genta, del presidente della Regione Alberto Cirio, del sindaco di Cuneo e presidente della provincia Federico Borgna, del Consigliere delegato di Ubi Banca Victor Massiah e di Giorgio Righetti, direttore di ACRI, l'associazione delle Fondazioni e delle Casse di Risparmio. Dopo l'ovazione all'ingresso di Nespoli la proiezione del documentario "Expedition" realizzato dalla regista Alessandra Bonavina, che vede come protagonista proprio l'astronauta milanese e ripercorre le tappe che precedono una missione spaziale, dall'addestramento fino al momento del lancio. Poi lo spazio per la viva voce dell'astronauta, acclamatissimo dai ragazzi presenti: “Spesso si pensa che l'astronauta sia un supergenio, un superuomo, quasi un supereroe: è vero, veniamo sottoposti ad un durissimo addestramento, ma siamo persone normali che per fare il loro mestiere vanno nello spazio”, ha spiegato Nespoli rispondendo alle domande degli studenti.
Perchè nel 2019 è ancora fondamentale per l'uomo esplorare e viaggiare nello spazio? “I compiti che svolgiamo quando siamo in orbita sono importantissimi per molte cose che poi facciamo sulla terra: magari non nell'immediato, ma sicuramente a lungo termine. Per esempio solo dallo spazio possiamo osservare certi aspetti dei cambiamenti climatici: i risultati di alcune osservazioni che richiedono anni di lavoro torneranno utili tra decenni, ma è importantissimo effettuarle ora. Ma non solo, le ricerche e gli esperimenti che conduciamo in orbita sono fondamentali anche per lo sviluppo delle telecomunicazioni. Ma sono ancora tanti altri gli esempi che si potrebbero fare: continuare la ricerca nello spazio non serve solo a soddisfare il desiderio di esplorazione, ma è concretamente fondamentale per il futuro dell'uomo”.
Ricorrente, durante la mattinata e anche negli interventi di Borgna, Cirio e Genta, il tema del “sogno”. “E' fondamentale continuare a sognare, – ha spiegato Nespoli rivolgendosi ai ragazzi – magari non tutti voi riusciranno a coronare i loro sogni, ma è importante che proviate ad impegnarvi per raggiungerli: senza l'impegno e la determinazione si perde in partenza. Quando ero piccolo e dicevo che avrei voluto fare l'astronauta nessuno era convinto che lo sarei diventato, invece ce l'ho fatta. Nella vita bisogna seguire le passioni: lasciate che ciò che avete dentro vi trascini, non permettette che qualcuno provi ad inculcarvi sogni che non sono i vostri”.
A chiudere l'incontro, sul palco i ragazzi della scuola media di San Rocco Castagneretta, che ad aprile hanno partecipato alla “First Lego League” di scienza e robotica.