Un novembre fitto di laboratori intorno alla lingua occitana dedicati ai bambini delle scuole che hanno aderito al progetto coordinato dall’Unione Montana Valle Stura “En deman per la noùostro lengo - Un futuro per la nostra lingua”. A curarli Caterina Ramonda, esperta di biblioteche per ragazzi e di educazione alla lettura, che si dedica anche alla ricerca intorno alla sua lingua, l’occitano, e lavora sui temi del plurilinguismo in collaborazione con l’associazione francese Dulala. Tre gli istituti comprensivi coinvolti: “Lalla Romano” di Demonte, “Ing. Sebastiano Grandis” di Borgo San Dalmazzo e Ic “Cervasca”, per un totale di circa trecento bambini che frequentano le scuole primarie di: Vinadio, Demonte, Piano Quinto, Borgo San Dalmazzo (plesso “Don Luciano” e plesso “Don Roaschio”) e Vignolo.
Al centro dei laboratori, che alternano momenti di narrazione ad attività ludico-creative, ci saranno le parole. Parole in musica, per imparare a nominare i numeri, le parti del corpo, i giorni della settimana, gli animali e i loro versi attraverso brevi canzoni e filastrocche; le parole utilizzate nelle “formule magiche”, per far
venire il sonno velocemente, mandare via la nebbia, girare la frittata; i nomi delle creature fantastiche minori come la chauchovièio, lo matagot, lo flamason, lo verdin che popolano l’immaginario occitano accanto ai più noti servanòt, masche e foleton. E poi bònjorn, adieu, salut, per imparare in quanti modi si può salutare, in occitano, ma anche in tutte le lingue parlate da alunni e insegnanti con l’obiettivo di costruire le tessere per un gioco plurilingue.