PEVERAGNO - 'Perché non tornare a far lavorare i giovani studenti nella raccolta della frutta?'

L'idea di una nostra lettrice di Peveragno. 'Bisognerebbe dar loro la possibilità di contribuire alla ripresa dell'Italia senza pesare sulle famiglie in difficoltà'

07/04/2020 09:51

Riceviamo e pubblichiamo una riflessione della nostra lettrice peveragnese Anna Maria Musso.
 
Gentile direttore,
Peveragno è 'La casa delle fragole'. Qui, negli anni passati, abbiamo sperimentato tutti i modi per raccoglierle, e lo facciamo tuttora. Cosa succedeva venti o trenta anni fa al tempo della raccolta? Noi, ragazze e ragazzi, delle scuole medie inferiori e superiori, nel periodo delle vacanze, venivamo arruolati per la raccolta. Poi toccava ai fagioli, ma non solo: sopratutto di piccoli frutti, mirtilli, more, ribes. Nel mese di agosto arrivavano anche le pesche, seguivano, che già ricominciava la scuola, le mele ed i kiwi.
 
Tutto questo contribuiva ad aiutare le nostre famiglie in un periodo non ancora ricco. Il lavoro era abbastanza faticoso, ma allo stesso tempo ci insegnava che non sempre affrontare la vita era facile. Se non altro, poi, toglieva molti giovani dalla strada e dalla noia. Faceva loro guadagnare qualcosetta. Con la fatica si responsabilizzavano molto di più.
 
Forse, dopo questa lunga 'Emergenza sanitaria', per ripartire bisognerebbe tornare a far lavorare i nostri giovani, dar la possibilità agli studenti di contribuire alla ripresa dell’Italia e, allo stesso tempo, di sentirsi autonomi, di non dover pesare sulle loro famiglie in difficoltà a causa del 'Signor Coronavirus'.
 
Anna Maria Musso
 
 

c.s.

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