Le attività associative e la Rassegna “Assaggi – Ad esempi”, organizzate dalla Compagnia del Birùn per il 2020 sono state fino ad oggi in parte riadattate e in parte sospese a causa dell'emergenza sanitaria tuttora in corso. Ma un'iniziativa, in collaborazione con l'associazione peveragnese “Il Ricetto”, è stata portata a termine: la ripassatura completa del tetto in “lose” della cappella di San Giorgio che presentava diverse (e pericolose) falle nel manto di copertura.
Si è trattato di un intervento estremamente urgente per evitare i danni che le infiltrazioni stavano causando alla struttura del tetto, alla muratura e all'affresco interno; oltre al rischio di caduta delle 'lose' nelle aree circostanti, molto frequentate da chi sale sulla collina per immergersi nella magia del suo panorama.
"San Giorgio è un santo forte e valoroso, capace di ammansire e sconfiggere addirittura i draghi, ma come avevamo ricordato nel concerto in collina dell'anno scorso, 'Ogni San Giorgio ha il suo drago' - spiega Simona Grosso, presidente della 'Compagnia del Birùn' -. Questo in ogni dove e in ogni epoca. Ed il San Giorgio di Peveragno oggi ha bisogno di alleati contro i nuovi draghi: l'incuria e il pressapochismo di chi non riconosce (o forse proprio non conosce) il valore artistico e storico della cappella a lui dedicata e lo rovina con rifiuti e scritte, ma non solo. Tant'è che nel progetto condiviso con l'associazione “Il Ricetto” sono presenti altri interventi: i più urgenti sono il restauro del campanile in condizione di forte degrado e l'eliminazione degli elementi quali antenne, tubi di plastica e parabole che lo deturpano senza ritegno".
Messi per soddisfare esigenze di rete dovevano svilire l'incanto del luogo “solo” temporaneamente per poi essere collocate altrove a ottobre 2019. Ora, a fine giugno 2020, pare sia questione di settimane, ma intanto, purtroppo, permangono.
"La storia del prode San Giorgio la conoscono pressoché tutti e di “Parabole” del santo non ve ne è traccia - continua Grosso -. Pertanto sarebbe davvero triste se, non contemplate da nessun catechismo, né da tradizioni religiose o popolari, divenissero storia e tradizione di Peveragno. Vogliamo credere che esistano ancora spiriti nobili che non si rassegnano ai danni del cattivo esempio e che contrastano ogni gesto irrispettoso nei confronti della meraviglia e del pregio del luogo. Solo così potremo aiutare San Giorgio di Peveragno ad ammansire il suo drago e a salvare la principessa Cultura".