Il Piano integrato territoriale (Piter) “Pays-Sages”, di cui la Provincia di Cuneo è capofila e coordinatore, entra nel vivo della sua strategia, il cui filo conduttore – il paesaggio – contraddistingue e lega territori diversi come quelli che dalla Riviera francese e ligure, attraverso le montagne dell’Alta Valle Tanaro e giunge alle colline dell’Alta Langa. Un “paesaggio” che deve e vuole essere messo in valore per diventare un’opportunità turistica ed economica reale, attraverso la cura e l’attenzione verso un territorio reso fragile dal dissesto idrogeologico.
Nell’ambito del Piter, dopo l’avvio dei progetti singoli “Pays Aimables” e “Pays Ecogetiques”, è ora la volta di “Pays-Resilients”. La Provincia di Imperia, capofila di quest’ultimo ha organizzato l’incontro organizzativo dei lavori tra tutti i partner italo-francesi nella sede di Imperia. Il progetto, recentemente approvato dal Comitato di Sorveglianza Interreg Alcotra, ha un budget di 2 milioni di euro e comprende numerosi interventi di salvaguardia del territorio e di prevenzione del rischio idrogeologico. Ciò attraverso la realizzazione di un modello di gestione attiva del territorio che porti ad una diffusa “cultura della prevenzione”, nonché nella sperimentazione di sistemi di cura e di salvaguardia del territorio. Si tratta di interventi di ripristino e di sistemazione dei versanti interessati dal dissesto idrogeologico oppure oggetto di eventi franosi sui territori delle Province di Imperia e di Cuneo, oltre al Dipartimento francese delle Alpi Marittime.
All’incontro di Imperia erano presenti, per la Provincia di Cuneo, la dirigente Loredana Canavese, i funzionari Andrea Costa e Enrica Zanotti, oltre a Giorgio Ferraris, presidente dell’Unione Montana Alta Valle Tanaro, soggetto attuatore di alcuni interventi per conto della Provincia. L’ente di Cuneo, in particolare, ha definito due aree pilota: l’Alta Valle Tanaro e l’Alta Langa. In questi territori, nel corso del 2020, saranno effettuati interventi di ripristino e di sistemazione dei versanti interessati dalle conseguenze dell’alluvione del 2016. Questi interventi, operati con canalizzazioni e regimazioni delle acque, opere di difesa e contenimento, pulizia e riordino delle scarpate stradali, delle cunette e degli attraversamenti, contribuiscono alla creazione di un modello esportabile in altre parti del territorio transfrontaliero. Ciò unitamente alle attività formative sulla prevenzione del rischio e sull’adozione di misure di autoprotezione delle comunità come esempi concreti di “resilienza” di chi continua a vivere sul territorio montano nonostante le tante difficoltà.