CUNEO - Poste Italiane lancia il francobollo che celebra le lingue delle Alpi

“Tra le dodici minoranze rappresentate in Piemonte, spiccano gli occitani, i francoprovenzali e i Walser", sottolinea l'assessore allo Sviluppo e Promozione della Montagna Marco Gallo

03/12/2024 12:10

A venticinque anni dalla legge che riconosce le lingue delle Alpi – fu approvata il 15 dicembre 1999 - il ministero delle Imprese e del Made in Italy ha appena scelto di celebrare l’evento con un francobollo che è un riconoscimento per le dodici minoranze linguistiche tutelate nel nostro Paese. Due di queste hanno il loro cuore e la loro rappresentanza tra le valli del Cuneese e del Torinese: gli occitani e i francoprovenzali. La prima è la comunità più estesa: comprende 12 valli, 120 comuni e 180 mila abitanti, per un territorio che si estende dall’alta valle di Susa fino alle valli Monregalesi. I francoprovenzali sono concentrati soprattutto nel Torinese, tra le valli Orco, Soana e di Lanzo: in tutto 43 comuni. E un’enclave nel Cuneese, in valle Grana, a Coumboscuro. A queste due minoranze va aggiunta la comunità dei Walser, popolazione di origine germanica che abita le regioni alpine attorno al massiccio del Monte Rosa e che è tutelata al pari delle altre due.
 
Il format del francobollo lanciato in questi giorni da Poste Italiane – nata da un bozzetto di Matias Hermo - raffigura la penisola italiana avvolta in un nastro tricolore e circondata dalle denominazioni delle minoranze linguistiche presenti in Italia tutelate dall'articolo 6 della nostra Costituzione: franco provenzale, germanico, friulano, sloveno, ladino, croato, francese, occitano, catalano, sardo, albanese e greco. Appartiene alla serie tematica "il Senso civico" ed è stato tirato in 250.020 esemplari.
 
"Un riconoscimento importante per le lingue madri reso ancora più significativo dalla concomitanza con i primi 25 anni della legge sul bilinguismo che fu accolta in Piemonte con interesse – spiega l’assessore allo Sviluppo e promozione della montagna Marco Gallo - perché il patois ma anche il titsch dei Walser fanno parte a tutti gli effetti della cultura di una regione nata nel segno del multilinguismo e della diversità culturale e che oggi valorizza l’identità locale e il patrimonio storico sostenendo i diritti delle minoranze e favorendone lo sviluppo culturale".
 
 

c.s.

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