“Un bravo professionista dovrebbe mettere in luce desideri inconsapevoli e far quadrare sogni e struttura fisica, lasciando uno spazio all’imprevisto. È questo ciò che dà senso ad una casa. Per questo sappiate osservare e ascoltare il cliente, costruendovi un’identità”. È il messaggio che Donatella Caprioglio, massima esperta in psicologia dell’abitare, ha lasciato a oltre 70 tra architetti e progettisti, ma anche costruttori e professionisti del settore, che hanno preso parte venerdì 24 maggio a Pianfei, presso la sede dell’azienda Pianfei Edile Ceramiche, al seminario “Interior design. Modelli e tecnologie dell’abitare contemporaneo”, interessante momento di “formazione all’ascolto” per i professionisti della casa.
Proponendo una riflessione sul senso che riveste per ognuno di noi, dalla più tenera età fino alla vecchiaia, lo spazio che abitiamo e un parallelo tra costruzione di una casa e della propria identità personale, Donatella Caprioglio ha evidenziato come i progettisti e gli architetti debbano misurarsi sempre più, oggi, con un mondo interiore oscuro a ciascuno di noi, solitamente difficile da interpretare. “Abitare significa, in fondo, abitarsi. Costruire o ristrutturare – ha aggiunto Donatella Caprioglio – è proporre una cura del profondo. Si toccano sentimenti e lati oscuri di ciascuno, come l’invidia e la gelosia. Il pericolo è quindi creare case troppo ben fatte, troppo pensate, ma che non rappresentano il cliente. Un bravo professionista della casa deve saper osservare e ascoltare, cercando di avere uno spazio mentale scevro da pregiudizi che accolga le richieste più o meno consapevoli, restituendo un progetto che abbia competenza tecnica, ma con alla base capacità di ascolto”.
Nel corso dell’incontro, è emerso come si ricerca costantemente il benessere in ogni aspetto della vita, cosa che emerge anche quando dobbiamo costruire, arredare e ornare la nostra abitazione. L’evoluzione della casa contemporanea esige e coinvolge lo studio degli ambienti con una resa estetica ottimale, che unita alla maggiore performance dei materiali utilizzati, dia vita a nuove possibilità e soluzioni atte ad adempire le esigenze e i desideri della committenza. A questo scopo, si uniscono nuovi caratteri distintivi del modo di pensare la casa, in cui il benessere è protagonista indiscusso nella progettazione e realizzazione di ambienti dalle diverse sfaccettature innovative ed espressive, volte a soddisfare non solo il senso avvenente di abitazione, bensì il movente affettivo e sensoriale del concetto stesso di casa. La chiave della psicologia della casa è il benessere: il pensiero più autentico, l’essenza dell’abitare. “Ma la riflessione va posta sul come costruiamo a partire dalla reale esigenza della persona - ha concluso Caprioglio -. Architetti e progettisti devono capire che la casa è un mondo molto profondo, che definisce bene l’identità di una persona. Ok le competenze tecniche, ma bisogna saperle porre. Il messaggio è di tenere conto della valenza, molto importante – talvolta contraddittoria – di abitare lo spazio. Il progettista deve fare come uno psicanalista. Stare all’ascolto di chi gli sta davanti e creare una stanza vuota per accogliere la persona e solo dopo proporre la propria soluzione”.
Al termine del seminario si è tenuta una panoramica sui nuovi modelli e sulle nuove tecnologie dell’abitare, con interventi tecnici a partire dal tema “Architettura e innovazione: estetica e funzionalità nel design per interni”. Sono intervenuti Annalisa Errico (Gessi – “Progettare la stanza del benessere”); Luca Maestrini (Edimaxastor – “La ceramica protagonista nel progetto di arredo”); Luigi Staccotti (Internorm – “Estetica e tecnologia del serramento: ampie vetrate, design e cura dei dettagli costruttivi”); Mattia Manuello (Manuello Design – “Tecnologia, ricerca e design nelle porte e divisori per interni).