164 corse della navetta del Parco per 355 passeggeri, dal 24 giugno al 13 settembre, hanno garantito il trasporto dei turisti in valle Gesso, in particolare verso le località sprovviste di collegamenti pubblici.
Un servizio offerto e sostenuto economicamente dall’associazione Ecoturismo Alpi Marittime con la collaborazione delle Aree protette Alpi Marittime per sopperire alle carenze di mobilità del territorio e per rispondere alle richieste della gran parte degli ospiti Parco. Questi sono per lo più escursionisti stranieri (circa l’80%) impegnati in itinerari di traversata come la Grande traversata delle Alpi (Gta) e l’Alta via dei re."Utilizzano in prevalenza la navetta camminatori tedeschi, svizzeri, austriaci, ma non sono mancati americani, israeliani e qualche italiano”, spiega Dario Audisio, titolare della ditta di Entracque cui è affidato il servizio.
La navetta funziona a chiamata: si telefona 24/48 ore prima al trasportatore, si concordano luogo, orario e meta e si paga un ticket che va da 6 a 12 euro, a seconda della tratta percorsa. Una tariffa decisamente più conveniente rispetto a quella di un taxi resa possibile dall’integrazione del costo da parte di Ecoturismo in Marittime di cui fanno parte gli operatori turistici locali, i comuni e le sezioni del Cai di Cuneo e di Genova.
La modalità di funzionamento del trasporto a chiamata è frutto di sperimentazioni avviate dal Parco nel 2011, grazie al progetto europeo Alcotra 2007-2013. Dopo aver tarato l’offerta del servizio su richieste e disponibilità economiche il bilancio è più che positivo e ad oggi la navetta ha trasportato migliaia di persone offrendo un servizio di mobilità sostenibile indispensabile per un territorio che sta puntando molto sull’escursionismo e che risponde alle esigenze della clientela estera abituata agli spostamenti con servizi di trasporto pubblico (dall’aereo al bus).
“Tra i clienti ho avuto una signora olandese con le sue figlie arrivate in treno e che si sono spostate con la navetta e, poi, - racconta Audisio - mi è rimasta impressa una famiglia di tedeschi della Baviera: con al seguito sei zaini, tre figli di cui una di tre anni simpaticissima che diceva “Sono tedesca e non parlo italiano”. Si sono fermati nel Parco per due settimane”.