CUNEO - "Residenze di Comunità": le Rsa cuneesi guardano al post pandemia ripensando il loro ruolo

Presentato stamattina il progetto di ricerca promosso dalla Fondazione CRC: "Raccoglieremo indicazioni da chi vive in prima persona le difficoltà delle strutture"

Redazione 17/06/2021 12:28

Si è svolta stamattina, con una conferenza stampa online, la presentazione del progetto “Residenze di comunità”, una “ricerca azione” promossa dalla Fondazione CRC che coinvolgerà tutte le strutture residenziali per anziani della provincia di Cuneo. Il percorso è stato formalizzato in un accordo sottoscritto da Confcooperative Cuneo, dall’Associazione Provinciale Case di Riposo, dall’associazione “La Bottega del Possibile” e dalla facoltà di Psicologia dell’Università di Torino. Il progetto si concretizzerà nella sua fase iniziale in un questionario che verrà sottoposto ai referenti di tutte le RSA della Granda: “La finalità sarà quella di focalizzare lo stato dell’arte e individuare prospettive future per le strutture. L’attività si svolgerà tra giugno e luglio, a settembre si terrà la presentazione dati per iniziare una discussione congiunta con tutti gli attori coinvolti sulle iniziative da intraprendere”, ha spiegato Norma De Piccoli, professoressa di Psicologia Sociale all’Università di Torino. 
 
La conferenza stampa è stata introdotta da Ezio Raviola, vicepresidente della Fondazione CRC, la quale sosterrà il progetto con un contributo di 55 mila euro: “La crisi pandemica ha messo in discussione molti aspetti della nostra vita, mettendo in luce le debolezze del sistema di residenze per anziani. Abbiamo deciso di avviare un percorso che vuole realizzare un’attività di ascolto per garantire la sostenibilità futura del sistema individuandone le nuove esigenze e necessità”.
 
Parliamoci chiaro: delle Rsa non possiamo fare a meno. - ha detto Paolo Tallone, delegato di Confcooperative Cuneo - Bisogna però ripensare il loro ruolo, rendendole più rispondenti ad esigenze e fragilità delle persone anziane, alle necessità delle comunità che servono”. A seguire l’intervento di Silvio Invernelli, presidente dell’Associazione Provinciale Case di Riposo: “Delle oltre 150 case di riposo in provincia, più di 40 sono classificate come piccole strutture, sotto i 40 posti letto, quelle che faticano più di altre a far quadrare i propri bilanci, ma che costituiscono realtà vitali per i territori in cui si trovano. Supportarle significa supportare le comunità delle loro zone. Penso che le case di riposo debbano guardare avanti ripensando il loro ruolo, debbano diventare centri di servizi alla persona, ampliando il loro orizzonte alle comunità che le circondano: ne sono ancora più convinto dopo questa pandemia”.
 
Sulla stessa linea l’intervento di Salvatore Rao, presidente dell’associazione “La Bottega del Possibile”: “I tempi sono ristretti, abbiamo bisogno di rispondere qui e ora ai problemi che sono stati evidenziati. Serve un nuovo ruolo per le Rsa, serve promuovere processi di cambiamento, un nuovo paradigma”. Secondo Norma De Piccoli, “la pandemia ha accelerato un processo che forse col tempo si sarebbe comunque palesato”: “Il progetto è pensato sulle caratteristiche della provincia di Cuneo, con aree montane in cui c’è carenza di servizi. La ricerca vuole essere una ricerca partecipata, la cui finalità è quella di far circolare idee, raccogliere indicazioni da chi in prima persona vive le criticità all’interno delle strutture, sui desiderata su un modo diverso con cui vedere le Rsa”.

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