Riceviamo e pubblichiamo la lettera dell'avvocato Riccardo Sartoris, che annuncia le sue dimissioni dal Comitato di Quartiere Cuneo Centro, di cui era presidente.
Ho deciso di dimettermi dal Comitato di Quartiere Cuneo Centro e, conseguentemente, dalla carica di Presidente, dopo l’ultima riunione del Direttivo di lunedì 16 settembre. Già da alcune settimane, tuttavia, non condividevo la posizione che aveva assunto il Comitato: l’approccio “rieducativo” delle abitudini sociali e culturali dei residenti e poco pragmatico nei confronti delle problematiche del quartiere. Ho tentato, invano, di condividere l’idea di un comitato che dovesse essere uno strumento di approfondimento sulle reali esigenze del quartiere, dando sostegno e voce a coloro che ne avessero bisogno, senza necessariamente fornire risposte immediate e semplicistiche, ma procedendo con attenzione e rispetto portando avanti le istanze dei cittadini del quartiere affinché venissero ascoltate da chi ha l’autorità e le competenze per farlo.
Non possiamo sostituirci alle Istituzioni, bensì dialogare con esse e, laddove necessario, insistere con fermezza perché vengano adottate soluzioni adeguate e ciò sempre e comunque in assoluta conformità con lo Statuto che prevede che il Comitato “rappresenta l’assemblea dei cittadini ed ha come finalità l’accoglimento delle loro istanze e la ricerca delle soluzioni più idonee, investendo dei vari problemi le Istituzioni interessate ed, in particolar modo, l’Amministrazione Comunale di Cuneo”. Ho dovuto constatare, purtroppo, che diversi membri del Comitato avevano non solo un’idea lontana dalla mia, ma anche la pretesa di fornire soluzioni preconfezionate senza alcun tipo di condivisione o di dialogo: nessun rispetto veniva dato al mio ruolo di Presidente e vi era assoluta presunzione di voler imporre le proprie idee in spregio ai regolamenti ed alle normative vigenti. Ho cercato più volte di indicare una direzione ed un comportamento maggiormente rispettoso della forma e dei ruoli, studiando la realtà e la normativa di riferimento al solo fine di poter meglio interloquire con le Istituzioni senza ingenuità o subordinazione, ma mi è stato risposto che stavo agendo in maniera “dittatoriale” e che era necessario adottare un approccio più morbido, accondiscendente. Di fronte ad un atteggiamento di questo tipo, condiviso dalla quasi totalità dei membri del Comitato, non ho potuto fare altro che dissociarmi rassegnando le mie dimissioni. Ringrazio tutti quelli che mi hanno sostenuto, mi hanno voluto all’interno del Comitato e che con il loro voto mi hanno consentito di ottenere la Presidenza, tuttavia per conservare la mia dignità (di uomo e di professionista) e la mia indipendenza non potevo continuare a supinamente accettare ciò che i più pretendevano e che io continuavo a non condividere. Il mio impegno nei confronti della mia città e nell’interesse del quartiere non termina con le mie dimissioni: continuerò a farmi portavoce delle esigenze e delle problematiche reali e questo con l’aiuto e la collaborazione di quanti lo vorranno.
Si può fare?
Si deve fare!
Riccardo Sartoris