Presso la sede della Fondazione CRC, le principali associazioni di riferimento del settore zootecnico del territorio si sono incontrate per dare seguito ai temi trattati negli Stati Generali della Razza Piemontese nello scorso mese di aprile. L’intervento dell’avv. Enrico Collidà, Vicepresidente della Fondazione CRC, accompagnato da alcuni autorevoli funzionari della stessa Fondazione, ha aperto l’incontro che ha visto la partecipazione delle rappresentanze di Coldiretti, Coalvi, ANABORAPI, Asprocarne, Compral Carne, La Granda oltre che quelle dell’ATL Cuneese.
Definire le progettualità e le strategie utili a rilanciare il mercato della carne di razza Piemontese i temi al centro dell’evento, che è stato coordinato dal M.I.A.C. (Mercato Agroalimentare di Cuneo).
L’andamento positivo del mercato delle carni bovine - in particolare negli ultimi mesi quello della Piemontese - non è sufficiente per compensare i costi e gli sforzi di un allevamento più tradizionale secondo canoni di altissima qualità. Inoltre, occorre prendere in considerazione che anche questo comparti sta subendo gli effetti della guerra in Ucraina con i prezzi dei cereali e delle materie prime alle stelle.
“Il gasolio, il gas, l’energia e il mais hanno raggiunto costi che costringono i nostri allevatori a produrre in perdita - commenta Marcello Cavallo, presidente di MIAC -. A pagarne le conseguenze è tutta la filiera della razza Piemontese, 4.150 aziende in tutta Italia, dove si allevano circa 330.000 capi, di cui oltre il 60% nella Granda”. Nell’incontro, partendo dai focus sviluppati dagli Stati Generali del mese di aprile, sono state delineate le idee e le proposte per sviluppare la filiera della razza Piemontese.
Il dott. Bartolomeo Bovetti, presidente di Compral, coordinatore del primo tavolo di lavoro dal titolo “Certificazione e tracciabilità”, ha sottolineato l’importanza degli strumenti normativi a disposizione della filiera che devono essere monitorati al fine di scongiurare abusi e utilizzi impropri delle denominazioni di vendita. Gli strumenti relativi alla tracciabilità devono essere utilizzati anche nelle preparazioni a base di carne e, soprattutto, siano resi obbligatori nella ristorazione collettiva e tradizionale per garantirne la qualità. Giorgio Marega, presidente di Coalvi, coordinatore del gruppo di lavoro “Promozione per la valorizzazione della carne della razza Piemontese” ha rimarcato il concetto di differenziazione della carne di qualità, mediante i sistemi di tracciabilità con sistemi di etichettatura volontaria che consentano di dichiarare la razza Piemontese oltre ovviamente ai due prestigiosi sistemi di qualità̀ riconosciuti: l’SQN “Fassone di Razza Piemontese” e l’IGP “Vitelloni Piemontesi della coscia”. La dott.ssa Daniela Salvestrin, direttore dell’ATL Cuneese, ha coordinato il tavolo di lavoro dal titolo “Valorizzazione della carne dei bovini di razza Piemontese nella ristorazione, tra innovazione e tradizione: nuove ricette, lavorazioni e abbinamenti” riportando l’importanza della ristorazione come ultimo anello della filiera, proponendo corsi di formazione per la conoscenza della carne sia per i consumatori che per gli operatori della settore poiché è proprio nel momento in cui si prepara e si serve un piatto che lo story telling arricchisce le caratteristiche organolettiche uniche della razza Piemontese al consumatore finale.
A conclusione degli interventi risulta fondamentale unire tutte le forze per la valorizzazione di un’eccellenza cuneese che rappresenta la tradizione e la storia del territorio. Secondo il presidente di MIAC, Marcello Cavallo, infatti, l’unione degli sforzi di promozione e valorizzazione di tutte le associazioni porterebbe ad un rilancio dell’intero settore con importanti ricadute per la zootecnia cuneese e per tutto il tessuto economico locale, rendendo più interessante il territorio dal punto di vista turistico ed agroalimentare, coinvolgendo tutti gli interpreti della filiera. Cristina Allisiardi, Direttore del MIAC, pone l’attenzione a considerare la realizzazione di un progetto di filiera dedicato alla Razza Piemontese, sostenuto anche da fondi nazionali, che ne coinvolga tutti gli attori (allevatori, macellai, ristoratori e associazioni di ricerca e promozione).
L’auspicio è quello che l’impegno da parte di tutti porti al rilancio di un’eccellenza piemontese, aprendo interessanti mercati oltre i confini regionali.