Toccherà ai direttori sanitari delle Rsa esprimersi sulla somministrazione del vaccino anti Covid-19 a quegli anziani non autosufficienti che non siano in condizione di sottoscrivere il consenso informato.
Sulla questione si è espresso il governo con il decreto legge varato in tarda serata dal premier Conte e dal ministro della Salute Speranza. Nei giorni scorsi il nodo del consenso informato aveva rischiato di bloccare o rallentare in modo significativo la campagna vaccinale nelle Rsa: solo nelle case di riposo piemontesi, ricorda
Lo Spiffero, la percentuale di ricoverati non autosufficienti sfiora il 90%.
Anche l’assessore alla Sanità piemontese Luigi Icardi, nella sua veste di coordinatore della Conferenza delle Regioni per i temi sanitari, aveva sollecitato una decisione da palazzo Chigi. Analoghe esortazioni erano arrivate dalle dodici associazioni di rappresentanza dei gestori di strutture assistenziali e dal commissario per l’organizzazione della campagna vaccinale in Piemonte, l’ex pm Antonio Rinaudo.
Per gli ospiti delle Rsa impossibilitati a fornire il loro consenso e siano sprovvisti di un tutore, di un curatore legale o di un amministratore di sostegno, il compito di decidere se aderire o meno alla vaccinazione spetterà quindi al responsabile sanitario della struttura. Quest’ultimo dovrà comunicare la propria decisione al giudice tutelare che sarà a sua volta chiamato a esprimersi entro 48 ore. In caso di inadempimento da parte del giudice nei termini indicati, è previsto il principio del silenzio assenso.